Presenti tra gli altri il consigliere regionale Attilio Solinas e la deputata Adriana Galgano
PERUGIA – Hanno raccolto più di 3mila euro i partecipanti alla “Notte dei desideri” dell’associazione “Mai soli”. Alla serata di beneficenza hanno partecipato oltre 150 persone, tutte lì per sostenere le attività dell’associazione: promuovere l’assistenza e la cura delle persone in coma e stato vegetativo permanente e persistente.
Soddisfazione e gratitudine tra i soci fondatori: la presidente Marina Martorelli, Teresa Frenguellotti e Johnson De Rizzoli, circondati da amici e sostenitori che insieme hanno contribuito a raccogliere oltre tremila euro. “Abbiamo organizzato questa iniziativa – ha spiegato Martorelli – per stare insieme in allegria e diffondere la conoscenza dell’associazione. In questa notte in cui ‘cadono le stelle’ speriamo che una stella cada anche per noi, per permetterci di realizzare i nostri desideri, uno su tutte la realizzazione a Perugia di una Suap, una speciale unità di accoglienza permanente”.
Desideri che, in realtà, sono bisogni. Li conosce bene Federico Scarponi, medico operante nella struttura Gravi celebrolesioni acquisite dell’Ospedale di Foligno, che proprio per il ruolo che ricopre ha avuto in cura i familiari di alcuni soci di Mai soli. “Quando accadono eventi che portano la persona a vivere uno stato di coma o di minima coscienza – ha dichiarato Scarponi – tutta la famiglia rimane coinvolta sotto tutti i punti di vista, psicologico, fisico ed economico. Finito il periodo di ospedalizzazione queste persone hanno bisogno di ulteriori cure di cui non possono farsi carico solamente i familiari, perché ci vogliono strutture e personale medico specializzato per garantire un continuum assistenziale adeguato”.
Alla serata erano presenti, tra gli altri, il consigliere regionale Attilio Solinas, presidente della terza commissione consiliare permanente ‘Sanità e servizi sociali’ dell’Umbria, e la deputata Adriana Galgano. “È importante sostenere questa associazione – ha aggiunto Galgano – perché a Perugia non esistono, al momento, strutture adeguate. È necessario sollecitare una struttura di almeno 12 posti letto e possibilmente vicino all’ospedale Silvestrini per poter intervenire in caso di complicazioni”.