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Lotta allo spaccio nel Tuderte e nel Marscianese: quattro in manette

Lotta allo spaccio nel tuderte e nel marscianese, conferenza carabinieri

Secondo gli inquirenti la banda, capeggiata da un imprenditore edile di origini campane, gestiva il locale mercato della droga

TODI (Perugia) – Si è conclusa con quattro arresti l’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Spoleto nelle aree del Tuderte e del Marscianese sul fronte della lotta allo spaccio di stupefacenti. I carabinieri della locale compagnia hanno infatti dato esecuzione all’ordinanza applicativa emessa dal gip, che ha portato all’arresto di due italiani e due stranieri, uno di origini marocchine e l’altro tunisine.

Si tratta di E.G. e D.D., rispettivamente originari di Casal di Principe (Caserta) e Pozzuoli (Napoli) ma residenti a Monte Castello di Vibio e Todi, e di due nordafricani, R.A. residente a Marsciano e B. M. residente a Todi. Per gli inquirenti, i quattro gestivano il mercato locale della droga. Tre dei quattro arrestati sono stati condotti nel carcere di Spoleto, mentre il quarto – si tratta dell’uomo di origini marocchine – è stato sottoposto agli arresti domiciliari nella propria abitazione di Marsciano. Casa che, insieme alle altre, è stata passata al setaccio dalle forze dell’ordine con l’ausilio di unità cinofile del Centro cinofilo dei carabinieri di Firenze, consentendo – tra l’altro – il sequestro della somma di 3700 euro, ritenuta provento dell’illecita attività.

Le indagini erano scattate lo scorso mese di gennaio, quando erano stati sequestrati 200 grammi di droga. A capo dell’organizzazione E.G., imprenditore edile residente da ormai diverso tempo nel comune di Monte Castello di Vibio. E’ lui che, secondo gli investigatori, aveva tessuto una fitta rete di rapporti e collegamenti grazie ai quali riusciva a “distribuire” lo stupefacente, avvalendosi dell’opera degli altri tre arrestati. L’uomo inoltre avrebbe rifornito anche alcuni soggetti del posto, accettando anche pagamenti dilazionati, proprio in virtù della lunga conoscenza.

La droga – come detto si trattava di cocaina – è stata rivenuta dai militari all’interno di alcuni tubi di silicone solitamente utilizzati nel campo dell’edilizia. I cilindri, opportunamente svuotati del contenuto originario, erano stati infatti riempiti di stupefacente. A finire nei guai, nell’ambito dell’operazione condotta dai carabinieri di Todi, anche altre persone. A cominciare da una donna italiana residente a Fratta Todina, trovata in possesso di 150 grammi di cocaina pura, pronta per essere tagliata e divisa in dosi. Una volta immessa sul mercato, la droga avrebbe potuto fruttare oltre 30mila euro. Poco dopo è toccato ad un uomo di origini marocchine, trovato in possesso di 50 grammi della stessa sostanza. Denunciati poi un trentenne perugino ed un giovane tuderte, rispettivamente accusati di concorso in spaccio e favoreggiamento, e segnalati alla Prefettura di Perugia diversi assuntori locali.

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