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Olio novello: scarsa la raccolta, ma annata da ricordare per la qualità

Spremitura (foto di archivio)

Mariani (Fedagri-Confcooperative): «Attenzione a etichette e campagne promozionali atte a creare confusione nel consumatore»

PERUGIA – Potrebbe essere una bruschetta da ricordare quella realizzata con l’olio novello 2017, ma rischia di essere per pochi fortunati. Nel senso: la qualità delle olive è particolarmente elevata quest’anno, assicurano gli operatori di settore, ma la quantità della raccolta, soprattutto in alcune zone dell’Umbria, potrebbe essere inferiore anche del 40 per cento rispetto al 2016.

A segnalare la tendenza è Fedagri-Confcooperative Umbria. Che associa 9 frantoi cooperativi nei quali portano a frangere le proprie olive circa 2.000 produttori di tutte le sotto-zone di produzione umbra. E che di fronte alle prime moliture delle olive, per bocca del presidente Lodovico Mattoni conferma: «L’oliva che i soci stanno portando nei frantoi cooperativi associati in questi primi giorni di raccolta risulta di gran lunga la migliore degli ultimi anni: l’andamento della stagione, con i picchi prolungati di caldo estivo e la siccità, hanno sicuramente inciso sulla quantità complessiva preservando però la crescita dell’oliva da parassiti e malattie come la mosca». Presenze costanti in tutte le aree di produzione della regione, sottolinea Mattoni.

«In alcune aree dell’Umbria la quantità di oliva è diminuita in percentuali significative, anche del 40 per cento», spiega il direttore di Fedagri, Lorenzo Mariani. «Per questo ci sentiamo in dovere di invitare tutti i consumatori a prestare la massima attenzione – continua -, perché è in questi mesi di avvio della commercializzazione dell’olio novello 2017 che si possono registrare equivoci che trovano concretezza in etichette o campagne promozionali poco trasparenti o quanto meno atte a creare confusione nel consumatore circa la provenienza realmente umbra della materia prima».

«È bene chiarire subito – spiega Sergio Maneggia, presidente dell’Oleificio cooperativo pozzuolese – che le bottiglie da 0,75 di olio extra vergine umbro molto difficilmente potranno essere trovate negli scaffali a meno di 10 euro: al disotto di tale cifra è bene tenere alte le antenne. Il consiglio che possiamo dare è quello di cogliere l’occasione per acquistare direttamente l’olio dal produttore e in maniera particolare presso i frantoi cooperativi che, da Arrone a Guardea, da Collelungo a Lugnano in Teverina, da Pozzuolo Umbro a Spello, da Penna in Teverina  a Montecchio (tutti frantoi con decenni di storia e facilmente rintracciabili) lavorano esclusivamente olive di soci locali con impianti all’avanguardia e che quindi producono olio di assoluta eccellenza e di sicura provenienza 100 per cento regionale».

Prezzo, provenienza, identità del prodotto, altalena quantitativa da annata a annata, frammentazione dei produttori: sono i fattori che hanno reso difficile, finora, l’affermazione dell’olio extravergine e DOP umbro sui mercati regionali e nazionali, secondo Fedagri.  «Su questi aspetti è opportuno lavorare per costruire un progetto strategico di valorizzazione – conclude Mariani – che non trascuri l’educazione dei consumatori e dei ristoratori umbri che, va detto, devono essere i primi divulgatori delle ricchezze agroalimentari della nostra regione e dell’olio in primis. La qualità dell’olio che viene messo in tavola è una chiara cartina tornasole dell’attenzione che il ristoratore presta circa la qualità e la tipicità dei prodotti che utilizza».

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