La casa tedesca conferma disinteresse per la produzione di acciaio inossidabile. La Regione: «Calenda convochi subito un incontro»
TERNI – All’inizio – a settembre, con l’esclusione degli stabilimenti ternani dalla joint venture con Tata Steel – erano solo indiscrezioni (fondate) di stampa. Poi è arrivata la conferma del Ceo di Thyssenkrupp, Heinrich Hiesinger: «Si tratta dell’unico asset del gruppo attualmente in vendita». Ast è sul mercato. La produzione di inox non rientra più nei piani della casa madre. E allora: apriti cielo.
«Alla luce delle dichiarazioni del Ceo di Thyssen Krupp», la presidente della Regione, Catiuscia Marini, e il vicepresidente, Fabio Paparelli, hanno deciso di «sollecitare la convocazione urgente di un incontro al ministero dello Sviluppo economico, che già avevamo chiesto allo stesso ministro Carlo Calenda nello scorso mese di settembre» al fine di ottenere «chiare e precise informazioni da parte della dirigenza di Tk». Marini e Paparelli chiedono al Governo di convocare con la massima urgenza, in sede ministeriale, la dirigenza di Tk «affinché dia chiare ed ufficiali comunicazioni circa l’ipotesi di cessione di Ast».
«Non è infatti più tollerabile – afferma la presidente Marini – che la Tk continui ad affidare a note di agenzia comunicazioni che riguardano i futuri assetti proprietari di un sito industriale di grande rilevanza strategica non solo per Terni e l’Umbria, ma per il Paese. E’ ormai dal 2012 che Thyssen utilizza tale irriverente ed inusuale modalità di gestione delle relazioni sindacali ed istituzionali. E non ci meraviglia, quindi, apprendere ora, sempre da una agenzia di stampa, la volontà di Tk di cedere l’Ast. Ciò che però deve essere chiaro è che in quanto rappresentanti delle istituzioni regionali e locali a noi interessa prima di tutto la messa in sicurezza del futuro di questo sito industriale, della sua capacità produttiva e dei suoi livelli occupazionali».
«Le Acciaierie di Terni sono figlie della storia industriale dell’Umbria e dell’Italia – aggiunge Marini -; una storia che noi intendiamo difendere in ogni sede. Per questo, ritengo essenziale, e non più rinviabile, un incontro con la dirigenza di Tk in sede governativa, al fine di acquisire informazioni ufficiali circa gli obiettivi e le scelte strategiche della multinazionale con riferimento alla controllata italiana, operante in un settore strategico, come quello degli acciai speciali – conclude Marini -, per il sistema produttivo regionale e nazionale».