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«I conti del Comune di Perugia sono a rischio»

L’accusa dei consiglieri Pd: «Drammatica incapacità di gestire l’ordinaria amministrazione». Palazzo dei Priori intanto porta la Regione dal giudice: chiesti 2 milioni in più all’anno per la mobilità

PERUGIA – «I conti del Comune di Perugia sono a rischio». Così, in una nota, il gruppo Pd e il segretario cittadino Paolo Polinori, in riferimento alla deliberazione della Corte dei conti sulla situazione finanziaria di palazzo dei Priori. «Non lo dice il Pd – aggiungono infatti -, lo certifica la sezione regionale della Corte dei conti, che mette una seria ipoteca sull’equilibrio finanziario dell’ente a meno che entro sessanta giorni non si riesca a invertire la rotta. Complicato».

Continua la nota: «Emerge, infatti, una difficoltà ormai strutturale a riscuotere crediti su Tari, Imu e multe, sia per la parte che riguarda l’evasione sia per la parte che riguarda la morosità, che, insieme a un ricorso straordinario alle anticipazioni di tesoreria per somme sempre crescenti, che poi non vengono restituite, crea interessi passivi, per milioni di euro, e debito». Da questo quadro, picchia duro il Pd, si evincerebbe una «drammatica incapacità di gestire l’ordinaria amministrazione» dal parte del Comune.

«Sembra dunque mancare la volontà politica di correggere la rotta, intervenendo in maniera organica sulle distorsioni» e al contrario si praticherebbero «interventi straordinari che rischiano di impoverire la città e i cittadini senza dare i frutti sperati sul lungo periodo». «Non serve a niente – scrivono i dem – tentare di sminuire quanto sta accadendo o di scaricare le proprie responsabilità, su chi ha governato la città e sulla Regione, rispetto a quella che la Corte dei Conti rappresenta come una “grave situazione finanziaria soprattutto per ciò che concerne lo squilibrio di cassa”».

«Anche prima del 2014 c’è stato un assai più imponente taglio dei trasferimenti statali e si è fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria, ma per somme nettamente inferiori e sempre restituendo quanto dovuto entro l’esercizio finanziario successivo – continua la nota -. Ed è altrettanto utile sottolineare che il sindaco Romizi e il centrodestra governano la città da ormai tre anni e mezzo, un tempo sufficiente perché si percepiscano gli effetti di politiche, scelte (o non scelte), azioni».

Il Comune porta la Regione dal giudice

Tornando all’inizio dell’intera vicenda, alla deliberazione della sezione regionale della Corte dei conti, deflagrata lunedì su palazzo dei Priori: sono sempre le sorti di Minimetrò (del pacchetto azionario in capo all’ente) a tenere banco. Perché nel documento la magistratura contabile rivela che proprio sul tema della mobilità alternativa e sulle spese a questa correlate il Comune avrebbe intenzione di sfidare palazzo Donini. Anzi, l’ha già fatto in realtà, chiedendo alla Regione 2 milioni di euro in più all’anno e, non ottenendo risposte, decidendo di sottoporre il caso all’attenzione di un giudice.

«L’Ente (il Comune, ndr) osserva che alcuni investimenti rilevanti, come l’attivazione dal 2008 del Minimetrò, sono stati effettuati in un quadro di riferimento di risorse finanziarie ben diverso da quello attuale», scrive la Corte dei conti. «L’Amministrazione Comunale si è attivata in tutte le sedi competenti e si sta attivando anche in sede giurisdizionale per il raggiungimento di un riequilibrio e per l’inserimento della mobilità alternativa all’interno del Frt (Fondo regionale trasporti, ndr)».

 

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