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«Investimenti post sisma su scuole e case. Fondi per cultura e non autosufficienza»

Palazzo Donini, sede della giunta regionale

Le novità di Dpef, legge di stabilità e bilancio di previsione della Regione. «Rispettato limite all’indebitamento e non necessario alcun piano di rientro per la sanità» Tutti gli interventi.

PERUGIA – Il Documento di programmazione economica e finanziaria 2018/020, la legge di stabilità 2018 e il bilancio di previsione della Regione Umbria 2018/2020 sono stati presentati ieri nella seduta della Prima commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Andrea Smacchi. La presidente, Catiuscia Marini ha illustrato la manovra di bilancio
evidenziando il contesto economico, le scelte strategiche adottate, le priorità individuate e gli obiettivi per i prossimi anni. Manovra, spiegano dalla Regione che «conferma la scelta dell’invarianza fiscale, l’equilibrio di bilancio e gli investimenti per fare fronte agli effetti del sisma su scuole, abitazioni ed edifici pubblici e di culto. Viene rispettato il limite all’indebitamento e non sarà necessario alcun piano di rientro per la sanità».

IL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA 2018/2020 punta a
consolidare la ripresa a vantaggio dell’occupazione e della creazione di valore aggiunto. Verrà istituita una sede permanente di confronto con le categorie per superare la vecchia concertazione, per condividere e riorientare le priorità della programmazione. Tra queste l’avvio della messa in sicurezza e la ricostruzione degli edifici colpiti dal sisma, a partire da scuole, chiese, opere pubbliche ed edilizia residenziale pubblica. Dieci milioni di euro andranno alla ricostruzione della basilica di Norcia e ci saranno interventi in favore delle attività produttive che si sommeranno a quelli previsti nel Psr per l’agricoltura. In quest’ultimo ambito sono stati raggiunti gli obiettivi fissati dall’Europa e si prevedono interventi di semplificazione dei bandi, con nuovi interventi in materia di biodiversità, banda ultralarga, zone Natura 2000 e misure agroambientali.

Due società partecipate umbre, Sviluppumbria e Gepafin, rientrano tra quelle (20 in Italia) escluse dall’applicazione della legge Madia in quanto rispettano tutti i parametri stabiliti. Viene prevista la creazione di una unica centrale di committenza della Regione, punto di riferimento per tutte le pubbliche amministrazioni e le stazioni appaltanti.

Per il settore turistico il 2017, esclusa l’area del cratere, si conclude con dati positivi. L’area del Trasimeno ha avuto un incremento significativo, anche al netto dei posti letto riservati agli sfollati. Verranno comunque previste risorse aggiuntive per la promozione, intanto per il periodo di Natale.

Per quanto riguarda la scuola, verranno attivati interventi per la prima infanzia e gli asili nido ed è prevista una riforma della legge. Saranno potenziati gli Istituti tecnici superiori. Nel triennio ci saranno risorse regionali e nazionali per la riqualificazione di 180 edifici scolastici.

Dopo la legge di stabilità la Giunta regionale presenterà la legge su edilizia e urbanistica per le aree colpite dal terremoto a cui faranno seguito, entro il 2018, interventi per contenimento del consumo del suolo e l’approvazione del piano paesistico regionale.

Entro il prossimo anno entreranno a regime gli impianti di trattamento dei rifiuti di Casone e Belladanza mentre resta non definito il percorso di adeguamento degli impianti di Gest e Gesenu. Partiranno gli incentivi sulla riduzione della produzione di rifiuti, dovranno essere avviati i sistemi di tariffazione puntuale, di competenza dei Comuni, e diventare operativi i centri per il riuso.

Il nuovo Piano sanitario regionale è in elaborazione e sarà pronto entro il 2018. È prevista l’estensione delle campagne di screaning ad altre fasce di popolazione, ai problemi cardiovascolari e al cancro allo stomaco. Nel 2018 inizierà l’applicazione del nuovo numero unico europeo per le emergenze “112” e ci sarà una centrale operativa in accordo con le Marche.

LEGGE DI STABILITÀ E BILANCIO partono da una situazione che vede: pareggio di bilancio, rispetto del limite dell’indebitamento, non necessità di un piano rientro per la sanità, assenza di criticità per la tesoreria, rispetto dei termini per il pagamento dei fornitori. Il rating della Regione Umbria migliora e se fosse autonomo sarebbe superiore a quello dell’Italia.
La spesa per il personale resta costante nel triennio e in calo rispetto al passato. Al netto dei 1,6miliardi per la sanità, dei fondi vincolati e dei 150milioni per accantonamenti obbligati, è stato evidenziato che risulta «estremamente ridotta» la quota di bilancio riferibile a “risorse libere”.

Verranno finanziati interventi per viabilità regionale a sostegno delle due Province, con un mutuo da 10milioni in tre anni per gli investimenti più 6milioni per la parte corrente. Vengono confermate agevolazioni ed esenzioni esistenti: soppressione dell’imposta regionale sulla benzina di 2,5 centesimi; riduzione del 50 per cento dell’Irap per Coop sociali di tipo A ed esenzione totale per quelle di tipo B; riduzione Irap per gli esercizi commerciali che disinstallino dai locali gli apparecchi per il gioco d’azzardo; riduzione del 10 per cento della tassa auto per i veicoli storici (da 20 a 30 anni di anzianità). Viene inoltre introdotta l’esenzione della tassa auto per i veicoli adibiti esclusivamente alla protezione civile.

TRA I PRINCIPALI INTERVENTI: 3milioni per la non autosufficienza (6,7 milioni dallo Stato per un totale di 9,7 milioni); 2,6 milioni alle politiche sociali (4,6 milioni dallo Stato per un totale di 7,2 milioni); 920mila euro per gli asili nido; 793mila euro a turismo e sport, di cui 202mila per lo sport e 591mila per il turismo; 1milione per cultura e spettacolo, di cui 167mila al sistema museale, 192mila all’editoria, 544mila allo spettacolo, 40mila ai Ceri di Gubbio, 10mila all’archeologia industriale, 27mila per le manifestazioni storiche, 30mila alle bande musicali; 627mila euro per eventi e manifestazioni; 900mila euro per il teatro Stabile dell’Umbria (più 150 mila una tantum per il 2018); 5milioni per il trasporto pubblico regionale (100milioni dallo Stato, per un totale di 105 milioni).

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