Sottoscritto per altri due anni il documento sulla sicurezza integrata del capoluogo. Il prefetto: «Non la somma di competenze differenti, ma fattore comune». Romizi: «Amplieremo organico vigili urbani»
PERUGIA – Cè il contrasto allo spaccio e all’abuso di sostanze stupefacenti. C’è la lotta all’immigrazione clandestina. C’è la tutela della legalità e della sicurezza urbana nel centro storico, nelle periferie e nei quartieri e nelle frazioni a rischio. Poi ci sono, nel campo del sociale, la prevenzione e il recupero delle situazioni di disagio, con particolare riguardo ai giovani, alle donne e alle fasce deboli. C’è molta carne sul fuoco allestito da Regione Umbria, Prefettura, Provincia e Comune di Perugia, in occasione del rinnovo per altri due anni del “Patto per Perugia sicura”.
L’accordo, siglato lunedì, definisce impegni precisi per ciascun contraente: è la mappa con cui i soggetti firmatari orienteranno, nel prossimo biennio, la propria azione di contrasto e prevenzione (soprattutto prevenzione) della criminalità nel capoluogo. Il documento porta in calce le firme del prefetto Raffaele Cannizzaro, del sindaco Andrea Romizi, della governatrice Catiuscia Marini e del presidente della Provincia, Nando Mismetti. Tutti raccolti attorno allo stesso tavolo: alla presenza del sottosegretario al ministero dell’Interno, Giampiero Bocci, e dei più alti rappresentanti locali delle forze dell’ordine, il questore Francesco Messina e il comandante provinciale dei carabinieri Giovanni Fabi.
Il patto
Impegni precisi per ciascun contraente. Così, se il Comune potenzierà la videosorveglianza nelle zone a maggior rischio criminalità e la Provincia si occuperà della vigilanza al parco di Santa Margherita, la Regione (ri)metterà a disposizione della polizia, attraverso l’Ater, i locali del posto fisso in centro storico «al fine di agevolarne la presenza, l’operatività, il controllo del territorio e la tempestività dell’intervento». Se la prefettura promuoverà «azioni integrate per la sicurezza urbana volte alla prevenzione di fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, al rispetto del decoro urbano, all’occupazione abusiva di immobili e allo smercio di beni contraffatti o falsificati», e se il Comune censirà le stanze date in affitto da privati (a gennaio 2018, presumibilmente), la Regione attuerà politiche di prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo e di riduzione del danno correlato all’uso di sostanze stupefacenti. Il testo completo del Patto per Perugia sicura, così come è stato sottoscritto, è rintracciabile sul sito della Prefettura.
Sicurezza integrata
Parola chiave: sicurezza integrata. «Questo Patto non è la somma aritmetica delle competenze e delle responsabilità di ciascuna istituzione coinvolta. Piuttosto, è il fattore comune», l’introduzione del prefetto alla firma del Patto. Che tra le sue finalità (articolo 1 del documento) ha anche quella di «costituire nuovamente presso la Prefettura un apposito “Gruppo di lavoro per la Sicurezza”, nominato dal Prefetto, coordinato da un suo delegato e composto dal Comandante della Polizia Municipale, dal Comandante della Polizia Provinciale, da un rappresentante della Questura, uno dell’Arma dei Carabinieri e uno della Guardia di Finanza», si legge nel testo.
Le dichiarazioni
«Un patto per mettere in campo tutte le energie professionali disponibili, in maniera cooperativa e non concorrente», l’ha definito Giampiero Bocci. «Perché la sicurezza non la fanno solo le forze dell’ordine. Sicurezza è anche intelligence, è anche controlli, è anche prevenzione». Tema che il Comune affronterà «rimpinguando l’organico dei vigili urbani», ha spiegato Andrea Romizi, e non solo: «Potenzieremo la videosorveglianza, soprattutto nelle aree verdi, e miglioreremo l’illuminazione, sostituiremo qualcosa come 30mila punti luce in tutta la città». Fronte Regione, Catiuscia Marini ha ribadito il «supporto finanziario messo a disposizione dei due capoluoghi di provincia» e l’attenzione dell’ente in relazione al «tema dell’integrazione», alla «lotta alla violenza sulle donne», al «problema delle tossicodipendenze». «Patti come questo migliorano sensibilmente la qualità della vita nelle città», ha dichiarato invece Nando Mismetti.