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Incendio canne fumarie: cinque casi in poche ore

L'incendio di un tetto causato da un camino non pulito (foto www.vigilidelfuoco.it)

Arriva il freddo e si accendono i camini. Ma si rischia la casa se non si seguono i consigli dei vigili del fuoco

PERUGIA – Cinque interventi in poche ore: l’arrivo del grande freddo ripropone non solo l’allarme legato alle intossicazioni da monossido di carbonio, ma anche quello degli incendi di camini e canne fumarie. Nella giornata di domenica, la centrale operativa dei vigili del fuoco ha dovuto coordinare dal comando provinciale di Madonna Alta ben cinque interventi d’urgenza per spegnere altrettanti incendi nelle abitazioni, con persone che hanno visto improvvisamente i propri camini e canne fumarie avvolti da fiamme e fumo.

Due a Perugia, uno a Città di Castello, un altro a Foligno e il quinto a Spoleto: questa, la mappa degli interventi per questa particolare emergenza. In tutti i casi, l’arrivo delle squadre dei vigili del fuoco ha permesso di risolvere il problema in poco tempo e di limitare i danni.

Ma il problema resta. Soprattutto perché, come purtroppo spesso accade anche per quanto riguarda le intossicazioni da monossido di carbonio, è la poca (se non del tutto assente) manutenzione. Da un inverno all’altro, infatti, la fuliggine non pulita che resta all’interno di camini e canne fumarie può diventare materiale facilmente infiammabile quando si riaccende il fuoco, correndo il rischio di incendiare tutta casa.

Lo sanno bene i vigili del fuoco che ogni anno avvisano dei rischi, sia in termini di incendio che di intossicazione. Sul sito www.vigilidelfuoco.it tutti i consigli per essere più sicuri in casa, come il vademecum per evitare problemi con le canne fumarie: «Il classico incendio camino è quello causato dall’accensione della fuliggine, costituita da particelle carboniose, che si deposita nel tempo sulle pareti della canna fumaria. Un’eventuale combustione che si sviluppa all’interno del condotto fumario può determinare gravi conseguenze: nelle vecchie costruzioni, ad esempio, capita talvolta che si incendino o si carbonizzino lentamente le testate delle travi di legno o di altri materiali combustibili che si trovano a diretto contatto della canna, non adeguatamente coibentata; il passaggio di gas caldi e talvolta velenosi attraverso eventuali cricche o fessure presenti nel condotto può provocare asfissia o avvelenamento da ossido di carbonio; la fuoriuscita dalla bocca del camino di faville, trasportate dal vento, può innescare altri materiali combustibili posti anche a distanza. Particolare attenzione va dunque posta proprio alla canna fumaria dei camini, sin dalla fase di posa in opera da parte di personale qualificato, essere impermeabile e termicamente isolata, di sezione geometrica adeguata alla portata dei fumi da smaltire, nonché realizzata con materiali atti a resistere nel tempo allo stress termico conferito dalla combustione della legna. La canna fumaria deve poi avere andamento verticale, senza strozzature alcune, ed essere distanziata adeguatamente, mediante intercapedine d’aria od opportuni isolanti, dalle strutture lignee del tetto e da altri materiali combustibili. Come sempre, poi, uno speciale memorandum lo dobbiamo alla manutenzione della canna, ordinaria e straordinaria: la pulizia periodica, per eliminare fuliggine e particelle incombuste, eventuali videoispezioni per verificare l’integrità delle pareti, la coibentazione, qualora non presente o deteriorata. In ultimo, una raccomandazione di carattere gestionale: non eccediamo, oltre la reale necessità, con il quantitativo di legna da bruciare, e, soprattutto, non affaccendiamoci troppo in altre attività, dimenticando che un “fuoco” sta comunque ardendo nella nostra abitazione».

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