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La scuola di Medicina dello sport torna a Perugia 

Il neo direttore Vaudo: «Impegno massimo per combattere il doping tra i giovani»

PERUGIA – Perugia torna a essere sede autonoma della scuola di specializzazione di Medicina dello sport e dell’attività fisica.

A dirigere la scuola è stato nominato dal dipartimento della Università di Perugia il professor Gaetano Vaudo che nella trasmissione Medicina e società in programma sabato alle 22 sul canale 12 di Tef Channel (831 Sky) ha ripercorso gli aspetti formativi del medico di Medicina dello sport, che opera in stretta collaborazione con il professionista di Scienze Motorie . «Il primo indica la terapia sulla base dell’osservazione clinica e delle caratteristiche della persona, mentre all’altro compete la corretta gestione del percorso».

La scuola di specializzazione in Medicina dello sport vanta una lunga tradizione a Perugia, ne sono stati direttori tra gli altri i compianti Ruggero Rossi e Giuseppe Schillaci e svolge attività promozionale per diffondere la cultura della corretta pratica sportiva. «Ci sono dati scientifici internazionali oramai consolidati che attestano il beneficio di una costante attività fisica, sia nella fase di prevenzione ,che nella terapia di numerose patologie, tra queste il diabete, le malattie dismetaboliche e quelle cardiovascolari, mentre – precisa il professor Vaudo nella trasmissione condotta da Mario Mariano -, sono invece ancora da approfondire i risultati della pratica sportiva in pazienti oncologici o affetti da malattie reumatiche, seppure esistono riscontri in questo ambito».

L’integrazione con i medici di medicina generale e altri specialisti e le campagne di informazione nelle scuole, in collaborazione con il Coni, principale ente nazionale di promozione delle coorte, sono i primi obiettivi del programma del neo direttore, che di recente ha partecipato alla riunione dei 22 responsabili delle scuole di Medicina dello sport che hanno ottenuto l’accreditamento. «È stato concordato che le scuole di specializzazione dovranno sviluppare progetti comuni, per diffondere messaggi univoci, limitando autonomie o personalismi di gestione di una attività che forma medici con caratteristiche ben precise: oltre alla clinica approfondimenti in discipline che mettono il professionista in grado di intervenire in ogni situazione». Il progetto di partenza è quello ci diffondere tra i giovani la cultura dello sport pulito – sottolinea il Direttore della Scuola -, i controlli su chi vuole truccare i risultati anche solo per un compiacimento personale dovranno essere costanti, appena poco tempo fa è arrivato alla mia osservazione un giovane di 22 anni con valori ematologici preoccupanti, è bastato poco per capire che da tempo assumeva prodotti anabolizzanti per migliorare le proprie performance in palestra.Forse siamo arrivati in tempo, a fermare la sua corsa verso un effimero successo, ma il fenomeno è assai più diffuso di quanto non si pensa».

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