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The shift: Alessandro Tonda, che coraggio!

VISTI DA VITTORIA di VITTORIA EPICOCO | Ora al cinema la storia di due adolescenti che compiono un attentato. Ma il film parla degli eroi

di Vittoria Epicoco

PERUGIA – Wow, che coraggio Alessandro Tonda! The shift è stato presentato all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma (2020) e, nello stesso periodo, avrebbero anche dovuto distribuirlo, salvo una complicazione: la pandemia. Ma ora è finalmente al cinema e, come sempre, l’abbiamo visto per voi.

Tonda debutta alla regia con assoluta temerarietà, quasi non curandosi della portata del tema che decide di proporre. La narrazione, infatti, si basa su una tematica incredibilmente vicina alla contemporaneità: due adolescenti, Eden e Abdel, compiono un attentato nella scuola che, gli stessi, frequentano, a Bruxelles. Qualcosa va storto e, se Abdel adempie al credo cui aveva aderito, Eden rimane invece ferito nell’esplosione, fino a figurare come una delle vittime. Isabel e Adamo, i due paramedici accorsi sul luogo per aiutare, lo caricano in ambulanza, e si avviano verso l’ospedale, fino a che Isabel non si accorge della cintura esplosiva che il ragazzo indossa. Come osserva lo stesso Tonda, questo “non è un film sul terrorismo”, quanto piuttosto sugli eroi che si trovano a fronteggiare, in prima linea, simili circostanze; dalle forze dell’ordine, ai volontari (quali sono Isabel e Adamo, in questo caso). Persone ordinarie che si trovano catapultate in situazioni stra-ordinarie, ma dalle quali non scappano e, anzi, tendono sempre e comunque a preservare la Vita – che appare come un paradosso nella misura in cui il terrorismo, invece, è proprio nella Vita che vuole andare a colpire. Ma proprio in virtù di ciò, e questo viene reso benissimo, non è neanche questo il caso di un film-accusa a chi fa del proprio credo una missione tanto estrema (forse neanche servirebbe una critica esplicita); tutt’altro, il regista tenta la strada del racconto di un tema così delicato attraverso un film di genere, thriller drammatico in questo caso, ma anche abbastanza autoriale, ed è con questa licenza poetica che Tonda riesce a scavare più a fondo nell’animo del personaggio.
E, proprio con tale ragionamento, si possono inquadrare allora i personaggi di Adamo (Adamo Dionisi, ma che forse tutti conoscono come Manfredi, in Suburra – la serie), di Isabel (Clotilde Hesme) e di Eden (Adam Amara). I due paramedici camminano sul filo del terrore, nella situazione che gli si presenta dinanzi: mentre per Eden vige un non-libero arbitrio, ma in virtù delle “sue” scelte religiose, il non-libero arbitrio che non-guida gli altri due, è più che altro un’impotenza, di Adamo di non poter aiutare Isabel, e di Isabel di non poter risolvere la situazione nell’immediatezza.

Più nel tecnico, Dionisi non è, in effetti, proprio quel fiore all’occhiello – com’è invece qui la Hesme – che fa di The shift un film apprezzato e apprezzabile; certamente, specie per il suo intercalare romanesco, per il ruolo di Manfredi era di gran lunga più adeguato, tanto che l’atteggiamento da malavitoso riaffiora anche qui: Adamo si rivolge all’attentatore con aria di sfida, quasi non temesse per la propria vita. Oltretutto, e non è poco, qui si è visto penalizzare anche da un doppiaggio di sé davvero malfatto. Ma nel complesso, The shift sa tenere col fiato sospeso letteralmente dal primo all’ultimo secondo, offrendo un’immagine concreta di chi e cosa si cela dietro a certe situazioni, chi e come lavora incessantemente per la risoluzione del problema.
Rappresentazione nuda e cruda di una realtà molto vicina: la nostra.

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