di Marco Brunacci
PERUGIA – Nel rompicapo dei dati Covid, alcune evidenze che danno – per quel che si può tra tante incertezze – segnali comunque confortanti.
In generale in Umbria il calo dei casi (come in Italia) continua, anche se con un segno meno pronunciato, come segnalato dal fisico Gammaitoni. Sicuramente non come ci si aspettava la settimana scorsa. Ma i ricoveri sono limitati e le terapie intensive dell’Umbria – ecco il primo grafico che vi proponiamo – confermano che la Regione ha sempre il record nazionale rispetto ai posti disponibili. Quindi nessun allarme per le ospedalizzazioni dovute alla sindrome da Covid, anche se sono tornate leggermente a salire.
La spiegazione dei casi che non scendono come ci si attendeva è presto detta: la scuola in Umbria sta moltiplicando i positivi, con un effetto che colpisce soprattutto la fascia tra i 5 e i 15 anni. Dove minore è la percentuale di vaccinazione.
Ma i dati migliori arrivano proprio dagli hub vaccinali e da tutta la macchina che il commissario straordinario D’Angelo ha messo a punto nella regione.
Sono almeno due settimane che l’Umbria viaggia come la prima regione per nuove somministrazioni.
Con record assoluto per i booster: gli umbri sono stati tutti molto sensibili per la terza dose. E ora – come si vede dal grafico – sono la regione al terzo posto, ma praticamente alla pari con la Lombardia che è al secondo, per vaccinati fine ciclo.
Positivi i riscontri anche per le seconde dosi (84,5% con una regione prima in classifica – la Puglia – molto vicina all’86,7).
Meno performante la prima tabella delle tre classifiche. L’Umbria mantiene uno zoccolo duro di no vax che resiste anche ai provvedimenti presi finora. Ma da qualche ora si cambia registro: multe e sanzioni sul lavoro. Vediamo se sortiranno effetti su chi non vuole proprio vaccinarsi (l’Umbria è ferma all’88.2% degli over 5 anni, rispetto al 90,9 della Puglia, in testa alla classifica).
Sarà interessante verificare numeri e percentuali a fine settimana.




