Il presidente Mattarella a Norcia: l’incontro con i residenti e il cruccio della pace minacciata

Prima uscita ufficiale del secondo settennato. Ha preso parte all’accensione della fiaccola benedettina. Le foto

di egle priolo

NORCIA (Perugia) – «Che gli voglio dire al presidente? Che voglio casa». La signora Carla ha atteso il presidente Mattarella seduta su una sedia di plastica, di fronte all’alloggio Sae dove vive da quasi 5 anni. Da quando il terremoto le ha portato via casa.

Quando Mattarella si è avvicinato lei si è alzata e gli è andata quasi incontro, con il sorriso. Forse neanche glielo avrebbe voluto dire, ma alla fine, a domanda, ha risposto. E il presidente Mattarella ha ribadito «Bisogna fare presto». Ha scelto Norcia per la prima visita ufficiale del suo settennato, per partecipare all’accensione della fiaccola benedettina della Pace, mercoledì benedetta da papa Francesco, e pronta a partire per Madrid. Ha guardato di persona i lavori al palazzo comunale e alla basilica, poi ha preso la parola. Per parlare di ricostruzione certo, ma anche di pace. Quella pace che i fatti in Ucraina mettono in discussione. «La pace è in pericolo – ha detto il presidente -. L’Europa rischia di precipitare in una spirale di guerra, in un vortice di conflitti, dei quali appare impossibile prevedere sviluppo, coinvolgimenti, estensione. Nessuno potrebbe essere certo di restarne del tutto immune». Ma «non intende piegarsi alla violenza della forza oggi usata per sottomettere un paese indipendente come l’Ucraina, ma domani non sappiamo per quali altri obiettivi», ha detto Mattarella, precisando come dopo la Seconda guerra mondiale «non ci si è limitati in Europa a sollevarsi dalle macerie della guerra, dagli orrori delle guerre fratricide nel continente ma si è compiuto uno sforzo per realizzare un mondo che fosse ispirato al reciproco rispetto, alla collaborazione, alla ricerca di obiettivi comuni. Il mondo che ha saputo superare la Guerra fredda – ha concluso il Capo dello Stato – non intende vedere calpestati i principi della convivenza internazionale».
Alla sua partenza, applausi, bandierine e un cartellone che sorregge un bambino lungo la strada del rientro e che riassume l’affetto che questa terra riserva al presidente, per tre volte venuto in visita: «Viva Nonno Sergio».

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