La politica si interroga dopo il rogo alla Ferrocart

Dal M5S ai consiglieri regionali Dem, si chiedono interrogazioni, azioni e risposte a un problema non più evitabile

di Luca Ceccotti

TERNI – Quello della Ferrocart s.r.l. non è purtroppo il primo incidente del genere in regione. Si tratta infatti del quinto incendio in Umbria nel corso di due anni, tutti legati a impianti di smaltimento rifiuti e riciclo, tre dei quali nella sola città di Terni.

Una serie di episodi su cui si interrogano le varie forze politiche dopo il rogo a Maratta, spento dalle squadre dei vigili del fuoco alle 6 di lunedì mattina dopo circa 12 ore d’intervento, compreso lo smassamento. Il riversarsi di polveri e gas inquinanti nell’aria già compromessa della città ha spinto il sindaco Leonardo Latini a sottoscrivere un’ordinanza per la chiusura delle scuole nella giornata odierna, con l’aggiunta di divieti di raccolta e consumo, uscite in esterna e per l’apertura delle finestre dei residenti in un raggio di 3 chilometri dall’incendio.

Mentre sono in corso ulteriori sopralluoghi dell’amministrazione comunale, in concomitanza all’inizio delle indagini della polizia giudiziaria per rivelare cause ed eventuali responsabilità dell’accaduto, i diversi partiti di minoranza chiedono risposte e interventi celeri. Dal Movimento 5 Stelle, il consigliere regionale Thomas De Luca tuona contro la Giunta Regionale, chiedendo la chiusura ed eventuale nuova costruzione di impianti a rischio incidente nel cuore della città: «Questi incendi impongono alla Giunta regionale scelte precise a tutela della salute e della incolumità pubblica. Non siamo più in alcun modo disposti nemmeno a discutere di propaganda. Troviamo molto gravi affermazioni come ‘sono cose che possono accadere’, approccio pericolosissimo di fronte a situazioni di rischio ben più consistenti in altri impianti nei quartieri più popolosi della città». Parlando inoltre di “inaccettabile superficialità di ARPA e Regione” davanti a questi eventi, sempre De Luca ha annunciato una richiesta di calendarizzazione per audizioni in Commissione Antimafia dell’Assemblea Legislativa dell’Umbria.

Fanno coro anche i consiglieri del gruppo regionale del Partito Democratico: «Chiediamo alla Giunta regionale di porre particolare attenzione, anche attraverso un ruolo proattivo di Arpa, sui cinque roghi di rifiuti che, nell’ultimo periodo, hanno devastato altrettanti impianti di stoccaggio, trattamento e smaltimento di materiali speciali». L’attacco del PD si sposta anche ad alcune scelte definite scellerate e inaccettabili da parte di assessori di vecchie amministrazioni, con particolare accento all’autorizzazione di 2 inceneritori sul finire degli anni ’90. Per i consiglieri Dem il quadro è preoccupante e le azioni insufficienti, dove la necessità primaria è la messa in essere di strategie per il rafforzamento dei controlli e interventi decisi per contrastare e prevenire questi eventi.

Attacco anche più deciso arriva da Eduardo De Dominicis, segretario umbro del Partito Comunista: «A Terni finestre e scuole chiuse, consigli più o meno formali di rimanere a casa e tanta sfortuna. Lo stabilimento di recupero e riciclaggio di rifiuti andato a fuoco ieri a Terni è di proprietà Acea (che a fine gennaio si è vista bloccata dal Tar l’estensione delle tipologie di rifiuti non pericolosi da poter trattare nell’inceneritore). Prima era di proprietà di tale Biondi, il cui stabilimento a Balanzano (PG) è andato a fuoco due volte in 15 mesi. Negli ultimi due anni, sono andati a fuoco anche due impianti di smaltimento rifiuti di proprietà ASM, nei pressi sempre dell’incendio di ieri. Un settore proprio “sfortunato”».

Pure Terni Civica, in conclusione, chiede un’interrogazione urgente sull’accaduto, elogiando però il tempestivo intervento dell’amministrazione comunale con la chiusura delle scuole e i relativi divieti aggiunti. In una lettere al sindaco Latini firmata a Michele Rossi si legge: «Se è vero che questi impianti non dovrebbero trovarsi a pochi chilometri dall’abitato, frutto di politiche ambientali inadeguate se non negazioniste, è altrettanto necessario puntare sulla prevenzione di tali avvenimenti a tutela dell’azienda, dei lavoratori e di tutti noi cittadini. Per questo occorre pretende l’innalzamento di tutti gli standard preventivi».

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