di Marco Brunacci
PERUGIA – Allacciarsi le cinture. Tutti sull’ottovolante. Si parte. E’ il momento in cui la politica mostra il suo lato più crazy, quello della corsa alle candidature in vista di importanti appuntamenti elettorali. E allora via con la sfida per il sindaco di Terni, ma c’è anche un po’ di Perugia.
Condominio centrodestra. Il sindaco uscente Lallo Latini ha dato la sua disponibilità a correre, giorno dopo giorno mostra di essere il candidato più credibile, anche perché l’unico in grado di portare valore aggiunto alla coalizione di centrodestra con una lista civica personale.
E allora perché anche all’ultimi rendez vous a Terni la Lega non ha dato il via libera? Dicono che il segretario regionale Caparvi, quando c’è da parlare della questione, vesta i panni del diplomatico e da inappuntabile Metternich si limiti a dire che le scelte al momento sono premature. Anche la senatrice Alessandrini, che secondo pronostico non avrà più il posto in Parlamento dopo l’attuale riforma, pare sia titubante. Per Latini c’è però l’endorsement del gruppo comunale della Lega. Basterà?
Sui cieli della politica ternana però hanno avvistato l’astronave con su scritto Lista Melasecche. Tutti dicono che ormai l’irriducibile Enrico sia già in campagna elettorale, che sia disposto a lasciar pure l’incarico (che svolge bene) di assessore regionale, pur di correre per lavare l’onta di quella brutta sconfitta contro Paolo Raffaelli, dopo aver lasciato affondare l’esperienza Ciaurro.
Che probabilità ci sono che la Lega faccia rotta su Melasecche? Nessuna, dicono in coro gli osservatori ternani unanimi. Ma la Lista Melasecche viene data per fatta. Magari fuori da ogni schieramento, destra o sinistra che sia. E a questo punto c’è il fuoco d’artificio col botto finale: la corsa a sindaco di Melasecche potrebbe essere sostenuta anche da un’altra lista civica, con leader niente meno che Paolo Tagliavento, vicepresidente della Ternana, ex arbitro dall’illustre passato. Bum, bum, botto finale. Ecco, l’abbiamo detta tutta.
Ma il tam tam sul centrodestra non accenna a placarsi, rulla e rulla ancora. Se proprio volete sapere, proseguiamo: dicono che a Roma, stanze nobili, abbiano sentito Antonio Tajani, numero 2 di Forza Italia, parlare di Umbria. E tutti hanno subito pensato al futuro di Nevi. Che un po’ c’entra, ma non subito e non direttamente. Sostengono infatti le voci di palazzo che il pressing di Fratelli d’Italia per avere il rimpasto di Giunta si sta placando, un po’ perché la governatrice Tesei è testarda e montanara e continua a dire di no, un po’ perché gli stessi Fratelli d’Italia si accontenterebbero di fare solo un po’ di filibustering nei confronti della giunta regionale in cambio dell’intesa, letta e sottoscritta dal centrodestra unito, per un candidato di FdI come sindaco a Perugia (Marco Squarta, non ci sono alternative, anche se qualcuno continua a parlare di Fotinì Giustozzi).
E Nevi? Se Forza Italia rinuncia a Perugia potrebbe avere in cambio Terni? Mah, se il resto fila, questo sembra troppo complicato per realizzarsi, anche perché Nevi vuole tanto fare il bis dell’esperienza parlamentare.
Pronti, siamo arrivati al centrosinistra. Se il posto di candidato sfidante spetta alla nomenclatura Pd, saltando tutti i Filipponi possibili, tocca all’evergreen Paparelli. Anche perchè pare che Marina Sereni abbia cortesemente declinato e anche Gianluca Rossi non abbia intenzione.
Se però invece si va sul “campo largo” del segretario-coltivatore Letta, allora ecco che le insidie per Paparelli si fanno serie. Della possibile candidatura di De Luca – il duro e puro che non si arrende a niente a nessuno, neanche al buon senso – abbiamo detto. Non abbiamo detto invece di Liberati, cinquestelle molto più moderato ed equilibrato, ancora in ottimi rapporti con Melasecche. Sarebbe un ritorno, con prospettive.
Per adesso fin qui, ma sempre pronti per una prossima puntata.