Guerra e scioperi: supermercati presi d’assalto. «Farina? Non più di due chili a cliente»

Polemiche social e cartelli nei negozi

e.p.

PERUGIA – Sarà la paura dettata dalle immagini della guerra pochi Paesi più in là. Sarà la preoccupazione per lo sciopero degli autotrasportatori per i rincari choc della benzina.

Sarà il ricordo ancora troppo fresco dei lockdown, con le dispense da riempire per il timore di restare senza beni di prima necessità in casa. Fatto sta che in questi ultimi giorni, i supermercati anche in Umbria sono stati presi d’assalto: non solo la spesa per la settimana, ma carrelli riempiti dalla preoccupazione. E così anche i supermercati sono costretti a replicare: no alle maxi spese, pezzi contingentati per ogni cliente, soprattutto per prodotti come olio e farina, tra quelli a maggior rischio di mancate consegne. In rete, sui social, girano diversi esempi di queste battaglie, tra le famiglie già pronte alla dispensa da riempire e la grande distribuzione che deve barcamenarsi tra le diverse esigenze, tra i clienti e i distributori che rischiano di restare bloccati, sia per gli approvvigionamenti delle materie prime che per il paventato stop dei trasporti. Via, quindi, ai tentativi proprio contro gli «approvvigionamenti impropri», registrati per esempio dall’ex sindaco di Giano dell’Umbria Paolo Morbidoni.


E come dimostra la foto pubblicata sul gruppo Facebook Terni Malandata, anche in Umbria i supermercati («non il negozietto sotto casa», ricorda un’utente) provano a evitare gli assalti: non più di due pacchi di farina a cliente. Un cartello che più che da deterrente, forse, stimola ulteriori paure e campeggia su scaffali vuoti, sottolineati dalla tristezza dei pacchi abbandonati. Abbandonati perché di fecola di patate, che evidentemente – come nell’annosa questione delle penne lisce e penne rigate del primo lockdown – tira meno della pizza e del pane fatti in casa.

Luca Belladonna

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