Palaterni: sarà ora di concentrarsi sulla gestione dell’impianto sportivo?

Dubbi e perplessità a cui dare una risposta (a partire dai costi)

di Francesco Petrelli

TERNI – Il fermento intorno al PalaTerni non manca e l’anticipo del completamento dei lavori fissato per giugno 2022 non è più previsto ma si spera di poter inaugurare la struttura come da cronoprogramma entro la fine dell’anno.

Si lavora intensamente nel cantiere, anche nei giorni festivi, per recuperare i ritardi a livello generale e internazionale sul reperimento delle materie prime. Dopo le parti sopraelevate si è in attesa della copertura ed è iniziata l’urbanizzazione della zona stadio. La questione commerciale è stata chiusa con nuovi brand, l’arrivo di Roadhouse, area food, e di Decathlon e Unieuro, area extra-food. Anche sui grandi eventi i contatti si susseguono e il primo in ordine di tempo dovrebbero essere i mondiali di scherma paralimpica. Il PalaTerni senza dubbio potrebbe diventare uno dei punti di forza della Terni del futuro rivalutando una zona che aveva assolutamente bisogno del restyling. «Fin qui tutto bene ma la vera nota dolente dopo aver visto le vicissitudini delle Piscine dello stadio non può essere relegata in secondo piano e in lista di attesa», è il refrain che si ripete e a cui si dà voce.
Anche le Piscine dello stadio, proprio oggi che le chiavi sono tornate in mano al Comune, sono gestite in base ad accordi, a concessioni tra Comune e società concessionaria per minimo venticinque anni. Al momento non si conosce chi gestirà l’impianto sportivo, ma le ingenti spese per la gestione sicuramente sì. Il Comune commissariato non riesce a gestire con il proprio personale tutti gli impianti di Terni, gli introiti incassati dalle associazioni sportive dilettantistiche sono sempre minori rispetto al personale da pagare e da impiegare. «Il vero futuro del PalaTerni dovrebbe partire dalle reali fondamenta per non trovarsi in difficoltà fin da subito», sottolinea anche qualche esperto di palazzo Spada. Soggetti con proposte serie, idee chiare e managerialità per non fare la fine «del gatto con il topo, senza sub concessioni e sub appalti».
Nessuna polemica sterile e non vorremmo essere di certo l’uccello del malaugurio, solamente un avvertimento, riempirsi di parole e di sogni nel cassetto senza basi solide potrebbe riportare ad un brutto risveglio. «A Terni ci siamo già passati troppe volte», ci si lamenta.  E viene da sorridere quando si parla di grandi eventi, se c’è ancora chi ricorda che «gli eventi di portata internazionale o artisti di grande fama vanno pagati profumatamente, quest’estate ci siamo lamentati per Sangiovanni…».
Torniamo con i piedi a terra e con una gestione seria d’avanguardia che scommetta per un vero futuro con Terni in prima linea si potrà sognare tutti insieme.

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