TERNI – «Ma quali aiuti? La proroga al 31 marzo della gratuità del suolo pubblico per bar e ristoranti, non è affatto una misura a sostegno di una categoria messa in ginocchio dalla pandemia. Non possiamo neanche definirla un contentino. È niente». Daniele Stellati, direttore di Confesercenti Terni, è preoccupato. «Dopo la mazzata delle bollette i ristoratori stanno affrontando il problema dei rincari, per questo servono misure concrete, non docce fredde», polemizza.
«Ci aspettavamo una proroga che almeno consentisse loro organizzare la prima Pasqua fuori dello stato di emergenza (decade a fine mese) mettendo i tavolini all’aperto senza sostenere ulteriori spese, visto che al chiuso c’è ancora l’obbligo di green pass». Fino alla fine di aprile, insomma. Ma Palazzo Spada ha detto no. E per servire la colazione all’esterno, dal primo aprile, i locali dovranno pagare la Tosap.
Come “incentivo”, però, i titolari dei pubblici esercizi potranno contare su un bando ristori. «Che speriamo possa in qualche modo andare veramente incontro al comparto». Stellati se lo augura, anche se al momento il Comune ha messo a disposizione solo 50 mila euro e non ha specificato le modalità di assegnazione delle risorse. Ecco cosa succederà nei prossimi giorni. Si dovrà presentare l’istanza di occupazione di suolo pubblico in forma semplificata entro il 31 marzo all’ufficio comunale competente, che poi provvederà a definire il ristoro. Sicuramente parziale. «Perché i ristori non si traducano in mancette – aggiunge Stellati – sarà necessario investire una cifra maggiore, doppia, altrimenti vedremo presto altre saracinesche abbassarsi». La questione resta aperta. In occasione della prossima riunione di giunta infatti, quando si affronteranno i temi del bilancio, ci si impegnerà ad individuare altre somme da stanziare. Poi ci saranno le associazioni datoriali a giocare un ruolo importante.


