di Francesco Petrelli
TERNI – Venerdì pomeriggio al Bloom spazio condiviso è stato presentato il libro di Massimiliano Smeriglio “Se bruciasse la città”, davanti a circa una cinquantina di persone.
Massimiliano Smeriglio è un politico, prima in Rifondazione comunista e poi in Ecologia e Liberta, scrittore italiano, professore universitario e attualmente europarlamentare al Parlamento Europeo nonché Coordinatore della Commissione per la cultura e l’istruzione del Parlamento Europeo. Ha scritto diversi testi, tra cui “Città comune. Autogoverno e partecipazione nell’era globale”.
L’incontro è stato moderato dalla giornalista Marta Rosati, lo scrittore ha dialogato con l’operatore culturale Pierluca Neri, l’attrice e drammaturga, Cecilia Di Giuli e l’artista e attivista, Caterina Moroni.
Marta Rosati introduce Smeriglio con una battuta: «Ci vuole coraggio a presentare un libro con un titolo del genere a Terni in questo momento».
Scherzi a parte sui roghi, il libro è ambientato nella periferia romana tra la vitalità e la violenza nel degrado. L’epoca delle discariche e delle combustioni dove anche i gabbiani, i piccioni e i roditori si sono incattiviti. Il negazionismo del determinismo ambientale. Il cambio di una borgata in una metropoli senza un nome tra comunità e famiglie naturali. «Il luogo esiste – prosegue Smeriglio – e basta prendere qualsiasi provinciale dove sono nati agglomerati abitativi, l’abusivismo di necessità. A Roma in cento anni sono stati fatti solo due piani regolatori e tutto quello che si è sviluppato sono solo spazi privati senza luoghi e servizi pubblici creando la mancanza di opportunità senza processi sociali ed educativi. Una condanna per gli abitanti di questi luoghi». La voce narrante è un ragazzo di vent’anni che vive in quei luoghi con una taratura di linguaggio, le persone sono i luoghi dove abitano desiderosi di un riscatto sociale dalla disperazione completa.
Cecilia Di Giuli cita alcuni passaggi del libro rivisitando la banda dei dispari. Caterina Moroni contestualizza la necessità come tema urbano di trasferire la periferia al centro, un luogo fisico che merita attenzione e servizi. Storie e vicende per un nuovo odore, una verità non pettinata scritta da chi viveva lì dentro con le leggi di chi vi abita, i comandamenti della borgata. L’emancipazione negata nonostante gli sforzi per uscire dalla mediocrità. Dinamiche e integrazioni culturali nella globalizzazione. Un romanzo affascinante di vita vissuta.


