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Terni, i “misteri” di piazza Tacito

La fontana monumentale progettata dagli architetti Ridolfi e Fagiolo, nuovamente chiusa. Il mosaico si è sbiadito. Dai lecci alla viabilità, dal funzionamento dei filtri ai costi degli interventi: Francesco Filipponi (Pd) ci vuole vedere chiaro. LE FOTO

e.p.

TERNI – Era tornata ai ternani dopo un restauro durato dieci anni: a Natale 2021 la Fontana dello Zodiaco era stata nuovamente inaugurata e le “proclamazioni di vittoria” del sindaco Latini e del vice sindaco Salvati, fecero il giro del web. Poi l’annuncio, il 6 maggio 2022 sulla pagina Facebook di Benedetta Salvati, dell’avvio di «operazioni di manutenzione ordinaria programmate e necessarie per garantire che, nel tempo, la fontana mantenga a pieno la sua funzionalità e bellezza». Nello stesso post il vice sindaco promette che tutto verrà risolto in una settimana e che «queste attività verranno eseguite almeno due volte l’anno».

E ancora: «Ciò che faremo è lo svuotamento del catino, una accurata pulizia del fondo, l’asportazione dei rifiuti, la pulizia del mosaico e delle colonne del castello oltre ad un check up dell’impiantistica a servizio della fontana». Di settimane ne sono passate quasi due: i rifiuti sono stati tolti e il mosaico è stato ripulito, anche se appare ancora “sbiadito”. Che sia colpa dello smog o del calcare, non viene specificato da Palazzo Spada. Intanto il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Francesco Filipponi, chiede spiegazioni: «In seguito ad alcune segnalazioni sulla difficoltà di ingresso dei mezzi di soccorso in piazza Tacito e sulle criticità relative al mantenimento dei mosaici all’interno della Fontana dello Zodiaco, presenteremo un accesso agli atti». Filipponi intende sottoporre anche la questione relativa alla ringhiera che si trova all’ingresso del vano pompe della fontana monumentale: «Vogliamo sapere se è stato chiesto il parere della Soprintendenza». Sollecita un chiarimento a tutto tondo: sulle spese, sulla manutenzione di questi giorni, sull’eventuale malfunzionamento dei filtri per il calcare.
In attesa della pubblicazione di un nuovo post la situazione è questa: la fontana è senz’acqua e i mosaici sono “pallidi”. In compenso le operazioni di ripristino della segnaletica orizzontale nella parte (sud) appena ripavimentata sono iniziate.
Il principio che la Fontana dello Zodiaco fosse l’archetipo dell’attuale uso diffuso delle rotonde e quindi dovesse svolgere una sorta di spartitraffico, è decaduto. Dopo la realizzazione del parcheggio interrato, si decise di pedonalizzare la parte nord (lato corso Tacito) e di studiare una nuova viabilità per la parte sud (lato viale della Stazione). Con la riconsegna della piazza alla città, le cose sono rimaste invariate: piazza Tacito è un po’ pedonale e un po’ no. Ma è cambiato l’entusiasmo: se fino a due settimane fa il bordo del calamaio si riempiva di persone, adesso non si affaccia più nessuno. «Che il mosaico presenti una patina bianca o nera, non ci importa – dichiara Carlo Li Gobbi – che dopo cinque mesi ci tolgono di nuovo la nostra fontana, invece, ci fa infuriare».

«La nostra fontana», la chiamano i cittadini. L’attuale assetto della piazza si deve agli architetti Mario Ridolfi e Mario Fagiolo, che vinsero un concorso nazionale bandito nel 1932. Di fianco a Palazzo del Governo e alla sede della Banca d’Italia, i due architetti inserirono degli intermezzi di verde, della stessa lunghezza degli edifici, e al centro della piazza una grandiosa fontana.
A dicembre 2018 gli allora assessori ai lavori pubblici e al verde, Melasecche e Salvati, annunciarono l’ avvio degli interventi previsti dal progetto di arredo urbano della città che consistevano nella potatura dei lecci sviluppati in modo irregolare e nella riconsegna della piazza. I lecci ricevettero il “taglio” ottagonale che gli aveva dato Ridolfi, ma le chiome meno folte (con gli anni alcuni alberi si sono seccati) non vennero rinfoltite. Per il resto, aver inaugurato la fontana a dicembre per “spegnerla” a maggio e non aver risolto la questione della viabilità nella parte sud, non sembra aver restituito alla piazza la sua dignità.

Italo Bianchini

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