Indiscreto a Terni/Accelerazione per Petrucci a Ternireti, con tanti maldipancia

Voci senza conferme insistono nel dare per fatta la scelta. E nel contempo dicono del disappunto di aree degli alleati che si sentono esclusi dalle decisioni che contano

TERNI – Tutto sarebbe iniziato in un viaggio a Bruxelles. Ma la scelta sarebbe finita di maturare nel corso di una cena a Terni, nei giorni scorsi. Chi c’era? Voci da confermare dicono niente meno che della presenza degli autorevolissimi vertici del Comune, il sindaco e vicesindaco, insieme a Stefano Petrucci. Sarà vero? Le voci insistono e dicono anche della altrettanto autorevole presenza di due esponenti della società civile ternana.

Vero? Falso?
Mah. Le voci però insistono ancora nel dire che è in quel contesto sarebbe emerso il convincimento che sarebbe proprio Petrucci l’uomo giusto per un’importante società partecipata del Comune, che gestisce i parcheggi e l’aviosuperficie, Ternireti.
Petrucci ha un bel curriculum, al momento è in una partecipata del Comune di Narni, ruolo nel quale è stato nominato dal sindaco uscente del Pd, De Rebotti, che anche senza candidarsi ha messo tanto del suo nella strapazzata che il csx ha dato al cdx in quel Comune.
L’apertura a Petrucci dimostra che i governanti ternani non sono settari, ms aperti a tecnici proposti da qualunque schieramento?
Oppure che il sindaco sceglie persone a lui vicine – come sussurrano a mezza voce in ambienti della maggioranza – senza confrontarsi con gli alleati?
Fatto sta che il posto lasciato da Befani (andato a Umbriaenergy, data di scadenza dell’ incarico fra tre anni, invece dell’anno soltanto a Ternireti) viene dato per certo a Petrucci da chi segue da vicino i fatti di Palazzo Spada. E la cena di cui si vocifera potrebbe essere stato l’atto conclusivo.
Se tutto finisce in questa maniera pensate a quanti attacchi di acidità gastrica tra quegli alleati che si sentono di fatto esclusi dal cerchio magico dei vertici di Palazzo Spada.
Volete che non ci sia qualcuno che se l’è presa a male e medita rivalse per un modo di gestire le cose del Comune che giudica personalistico e non apprezza affatto?

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Alla prima competizione in assoluto, racconta la Rusu: «Non avrei mai pensato di superare pizzaioli di altissimo livello, 770 per l’esattezza, provenienti da più 40 Paesi del mondo e quando ho sentito pronunciare il mio nome non potevo crederci, soprattutto perché sono praticamente una sconosciuta, anche se preparo pizze ormai da 15 anni». Fiori di zucca, mozzarella tagliata a julienne, stracciatella di bufala, soffice di groppa di cintale, spuma di bazza di cintale, pepe nero Timut, olio di bergamotto e naturalmente, farina di grano tenero tipo 0 dei Molini Fagioli: questi gli ingredienti della pizza in teglia più buona del mondo, che ha fermentato diciotto ore a diciotto gradi e ha poi visto l’aggiunta di farina integrale, sempre dei Molini fagioli, prima di conquistare i palati della giuria. «Ho conosciuto le farine Molini Fagioli grazie al mio secondo maestro – ha spiegato la vincitrice – Tony Scalioti, che mi ha anche insegnato a fare la pinsa. Il mio accostamento al mondo della pizza lo devo, invece, a mia suocera, che mi ha preso a lavorare nell’attività di famiglia. Devo dire che ho apprezzato subito le farine Molini Fagioli, perché si prestano molto bene a essere lavorate. La farina è alla base di una pizza di qualità, poi certamente ci sono la farcitura, la lavorazione e la cottura che alzano il livello del prodotto». Camelia, da poco trasferitasi ad Ascoli Piceno, torna spesso nel luogo da cui tutto ha avuto inizio, Anagni, dove continua a collaborare con Tony Scalioti nel suo locale: «Ho in mente di aprire un locale tutto mio proprio ad Ascoli, e naturalmente continuerò a usare i prodotti dei Molini Fagioli. D’altronde, se sono diventata la campionessa mondiale di pizza in teglia, lo devo un po’ anche a queste farine».

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