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Le imprese a controllo estero in Umbria generano il 12,76% di fatturato della regione: il report

I dati dell’Osservatorio imprese Abie di Confindustria allo stabilimento della Perugina. Annnunciati 7,5 milioni di euro di Nestlé Italia a San Sisto per una nuova linea di prodotti KitKat e Galak

di Ar.Sor.

PERUGIA – Nonostante le 400 imprese a controllo estero in Umbria corrispondano ad appena lo 0,9% del totale delle multinazionali non residenti presenti in Italia, hanno comunque un peso significativo sull’economia regionale: generano, da sole, il 12,76% di fatturato che corrisponde a 4,6 miliardi di euro del fatturato complessivo delle aziende umbre.

Oltre questo, c’è da sottolineare come contribuiscano a quasi il 5% dell’occupazione regionale, vale a dire 11.552 persone coinvolte, e producono l’8,25% del valore aggiunto cioè 802 milioni di euro, di tutte le aziende attive sul territorio umbro. Questi sono i principali dati emersi dal report “Le imprese estere in Italia: il ruolo nelle economie regionali – La regione Umbria”, redatto dall’Osservatorio Imprese Estere dell’Advisory Board Investitori Esteri (Abie) di Confindustria e presentato nella mattina di venerdì 11 novembre allo stabilimento Nestlé Perugina a San Sisto. All’evento dal titolo «Il contributo delle multinazionali per lo sviluppo del territorio: il caso dell’Umbria» hanno preso parte la presidente della Regione Donatella Tesei, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, il presidente di Confindustria Umbria Vincenzo Briziarelli, il presidente e amministratore delegato gruppo Nestlé in Italia e portavoce dell’Osservatorio Abie Marco Travaglia, la presidente del gruppo Financo e delegata internazionalizzazione di Confindustria Umbria Francesca Colaiacovo, il direttore mercati, tecnologie e operations Alcantara Eugenio Lolli e il professor Armando Rungi, della scuola Itm Alti Studi Lucca. Impulso all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale, ma anche cooperazione con gli stakeholder e le realtà locali: da queste spinte le multinazionali estere attive in Umbria forniscono un importante contributo al territorio.

«È importante creare le condizioni affinché le multinazionali trovino un terreno fertile per insediarsi in Italia e in Umbria – ha affermato la presidente Tesei – Come Regione stiamo lavorando, per quello che è di nostra competenza, affinché tali condizioni siano soddisfatte, attraverso, ad esempio, il miglioramento delle infrastrutture materiali e immateriali, nonché perseguendo quell’imprescindibile processo che porti ad una vera transizione ecologica. La Nestlé è esempio di come una multinazionale si possa intrecciare con i valori più radicati del territorio».
Lo studio evidenzia come il 28% delle imprese estere presenti nella regione e operanti nel settore industriale, produca tecnologie abilitanti, ovvero strumenti, dispositivi e risorse interconnesse tra loro e alla rete internet e che consentano alle imprese di migliorare i processi e creare al contempo quel valore aggiunto necessario a generare vantaggio competitivo. I territori in cui sono attive le multinazionali estere umbre traggono grandi benefici dai comportamenti positivi che queste mettono in atto. Nello specifico, il report evidenzia che in Umbria il 33,4% delle imprese estere coinvolga anche i fornitori italiani nelle proprie iniziative finalizzate a ridurre l’impatto ambientale, con un +12% rispetto alla quota nazionale. Inoltre, le aziende estere umbre sono perfettamente integrate nel territorio in cui operano e intessono relazioni proficue con tutti gli stakeholder locali (imprese, università, centri di ricerca, pubblica amministrazione), superando del 12% la media nazionale (44,6% vs 32,6%). «Considerare l’Umbria una regione di piccole imprese è vero solo per metà – ha dichiarato il presidente di Confindustria Briziarelli – Se si considerano i fatturati, emerge infatti che il ruolo delle grandi imprese, italiane ed estere, è molto più rilevante di quanto comunemente non si creda. Di conseguenza le politiche di sviluppo vanno pensate da questa prospettiva. Nel 2021 Confindustria Umbria, Confindustria nazionale e Regione Umbria hanno firmato il protocollo d’intesa per il consolidamento e l’attrazione degli investimenti esteri, cui ora bisogna dare attuazione concreta perché le multinazionali e le grandi imprese sono un driver strategico per l’Umbria in termini di produttività, innovazione e valorizzazione dei talenti». Ha concluso il presidente e amministratore delegato gruppo Nestlé in Italia Marco Travaglia: «Le multinazionali estere rappresentano uno straordinario driver di crescita per l’economia umbra, fornendo un significativo impulso all’occupazione e contribuendo a generare ricchezza sul territorio. Grazie alle maggiori possibilità di investimenti e al loro respiro internazionale, le aziende a controllo estero portano in Umbria competenze tecnologiche, una nuova cultura aziendale e politiche per la sostenibilità. Un vero e proprio patrimonio a disposizione di altre imprese, istituzioni e cittadini».


A margine dell’incontro è stato anche annunciato un investimento di circa 7,5 milioni di euro per la fabbrica Nestlé perugina di San Sisto. «Il ruolo di Perugina è estremamente importante per il gruppo Nestlé in Italia. – ha detto il presidente Travaglia – Rappresenta un hub internazionale del cioccolato. E per la regione Umbria è lo 0,62% del Pil. È una fabbrica su cui abbiamo investito molto in passato, continuiamo a investire e siamo molto contenti del ruolo europeo che questa fabbrica è riuscita a guadagnarsi». L’investimento riguarderà una nuova linea, «di prodotti innovativi a marchio KitKat e Galak e che darà un ulteriore rinforzo del ruolo di fabbrica europea di Perugina».

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