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Politica, lotta intestina nel Pd: «Ora dimissioni del segretario regionale»

Il circolo dem di Ponte Valleceppi all’attacco: «Risucchiati in un blob informe e anonimo, in una massa senza anima e spesso senza dignità, in un sistema di cui vergognarsi»

PERUGIA – Una lettera aperta al segretario regionale del Pd Tommaso Bori. È quella, vibrante passione politica ma certamente pesante nelle conclusioni, firmata dal circolo dem di Ponte Valleceppi, che dopo una lunga disamina arriva a chiedere le dimissioni del segretario.

Nel lungo post di accompagnamento alla lettera pubblicata su Facebook, il circolo di Ponte Valleceppi – noto per le posizioni non accomodanti – «vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica la grave situazione del partito a Perugia. Una situazione resa ancora più drammatica dalla totale incapacità dell’attuale segreteria di fatto sfiduciata da circa metà dei circoli della città. Si fa finta di ignorare le forti critiche che gli vengono mosse da più parti e si fanno comunicati trionfalistici sull’ultima Assemblea Comunale, ci si autocelebra e il forte dissenso viene ignorato».
La lettera è stata indirizzata, oltre che a Bori, anche al segretario comunale Sauro Cristofani, alla segretaria provinciale Camilla Laureti e, per conoscenza, i segretari dei circoli dell’Unione Comunale di Perugia e ai membri dell’Assemblea Comunale di Perugia. Annunciando una «campagna costituente con la forte richiesta di azzerare ogni livello dirigente dei circoli e della città che, se venisse ignorata, minerebbe alle fondamenta e priverebbe di qualunque credibilità tutto il processo di ricostruzione che si vuole aprire a livello nazionale». Il post, va detto, non ha ottenuto – almeno sui social – un grande seguito, ma si immagina che l’attacco non sia passato inosservato.

La lettera aperta al segretario regionale del Pd

«Abbiamo speso gran parte della nostra vita mettendo la politica al primo posto, facendone il mezzo per perseguire un ideale e non fini personali. Negli ultimi anni, abbiamo visto a poco a poco esaurirsi anche le ultime speranze che il nostro impegno potesse servire a qualcosa che non fosse il rafforzamento di ora questo ora quello tra i dirigenti o propostisi tali. Questi, quando andava bene, venivano risucchiati in un blob informe e anonimo, in una massa senza anima e spesso senza dignità, in un sistema che non si può additare ad esempio ai propri figli ma di cui vergognarsi e che non si ha più voglia di difendere e giustificare, insomma in tutto quello che è divenuto il PD negli ultimi anni. Quando pertanto si è dedicata gran parte della vita alla passione politica non si può rimanere indifferenti di fronte a quello che sta accadendo in Umbria e a Perugia al nostro partito. Ci vuole davvero coraggio a sostenere contemporaneamente due linee contrapposte. Coraggio ma anche un bel po’ di faccia tosta. Ci chiediamo come possa il nostro Segretario Regionale Tommaso Bori, che come circolo di Ponte Valleceppi abbiamo sostenuto nella sua battaglia di rinnovamento, come può diventare, oltre Orte, protagonista di una battaglia di rinnovamento radicale del gruppo dirigente nazionale, addirittura sostenendo un totale ricambio generazionale e invece in Umbria e a Perugia in particolare, compiere patti scellerati con i vecchi arnesi della politica e puntellare, a rischio di perdere i pezzi migliori del partito, il vecchio che arretra, le peggio pratiche, i peggio personalismi. Questo comportamento ha solo un nome: opportunismo. Niente altro. Si appoggia incondizionatamente (perché tacere è come approvare e sostenere), forse con un patto che appare blindato, un organismo come la segreteria comunale di Perugia che, per quanto ci riguarda, non riconosciamo, nato da un congresso ai limiti della legittimità e certo ogni confine di dignità, di fatto sfiduciato da metà dei circoli della città e che con sordo e suicida cinismo sta finendo di trasformare il PD in quello che era la vecchia DC: un coacervo di interessi che talora convergono e comunque cementati solamente dall’esercizio e dalla gestione del potere. Tenetevela stretta questa segreteria e quando, voltandovi, non troverete più brava gente ma solo altri opportunisti non date la colpa agli altri. È ben altra cosa il processo costituente di cui parla lo stesso segretario nazionale Letta! L’unica strada che possiamo intraprendere è la richiesta di dimissioni immediate del giovane segretario unitario del PD perugino per aprire una vera fase costituente, un nuovo congresso cittadino caratterizzato dalla partecipazione di chi vuol salvare quel poco di passione politica che resta e allungare la base di questo partito. Per quanto ci riguarda, il nostro fine è quello di stare in un partito in cui le parole sinistra, uguaglianza, nuovo socialismo, solidarietà, redistribuzione e salvaguardia delle risorse nel pianeta e tra le classi sociali, in cui queste parole possono pronunciarsi ad alta voce e impregnare tutte le azioni politiche compiute. Lotteremo fino all’ultimo per trasformare questo partito in una comunità, un contesto che quantomeno dia la speranza di arrivare a ciò. E non molleremo facilmente».

Allerta ladri e topi d'appartamento (foto Internet)

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