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Anno nuovo, vita nuova per il pronto soccorso di Terni

All’ospedale Santa Maria entrerà in funzione la struttura della Usl2 per i codici bianchi. Il via a gennaio

R.T.

TERNI – Per chi andrà al pronto soccorso del Santa Maria ad inizio 2023, troverà una novità di non poco conto. Un mega ambulatorio che si farà carico di tutti quei codici, il bianco è il colore predominante, che attualmente affollano il pronto soccorso pur non essendo casi gravi.

Le tante carenze della medicina territoriale, in questi anni, hanno portato i cittadini a rivolgersi sempre più frequentemente alla struttura d’urgenza, magari perché  non hanno trovato risposte dal medico di medicina generale o dalle visite specialistiche, quasi irraggiungibili per le lunghe liste di attesa.

Al Santa Maria, comunque, sarà in funzione una guardia medica rafforzata, con medici ed infermieri della Usl 2 che potranno visitare, indirizzare a successivi approfondimenti diagnostici, prescrivere farmaci. Stop, dunque, alle ore di fila e a pazienti con patologie importanti accanto ad altri con problematiche, per fortuna,  lievi.

L’accordo tra Usl 2  e ospedale, è stato firmato da tempo. Ma la ritrovata  tra le due  aziende sta portando ad una accelerazione di tutte le procedure.

Il problema, adesso,  non è tanto individuare gli spazi all’interno del Santa Maria, ma è reperire il personale. Anche oggi, Massimo De Fino, direttore generale  dell’Usl 2 e Andrea Casciari, collega al Santa Maria, hanno ribadito che il reperimento dei camici bianchi è sempre di più un impresa titanica. I due manager della sanità pubblica hanno riferito al consiglio comunale che una parte rilevante della propria attività riguarda la  pubblicazione di bandi di assunzione, che non di rado vanno deserti.

Per la guardia medica rafforzata, al servizio di pronto soccorso, comunque la quadratura sembra essere stata trovata. 

Sul fronte del personale c’è anche la questione della dislocazione degli specializzandi. Un problema sottolineato settimane fa dal consigliere comunale, nonché anestesista, Claudio Fiorelli, che aveva fatto notare come la quasi totalità degli specializzandi dell’Università di Perugia sia impegnata nel capoluogo di regione, mentre la quota ternana sia del tutto irrisoria. Nella seduta del 5 dicembre del consiglio comunale, Comunardo Tobia ha parlato di 5 per cento: solo il 5 per cento degli specializzandi sarebbero impegnati al Santa Maria.  I laureati che stanno affinando il loro curriculum potrebbero essere una risorsa preziosa in un ospedale che – ha rammentato il direttore Casciari – è alle prese con il blocco delle assunzioni imposto dalla Regione in base ai budget assegnati.

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