La messa di Natale in fabbrica con il cavalier Arvedi

Nessun discorso scritto, solo un momento di preghiera

TERNI – Nessun discorso scritto da parte del Cavaliere Arvedi. La tradizionale messa di Natale in fabbrica nel reparto Fucine di Ast, è stato un momento di preghiera

Una messa non solo per sperimentare la gioia natalizia, ma anche per trovare ragioni di speranza per il futuro della comunità cittadina e aziendale, officiata dal vescovo Soddu, alla quale ha partecipato, oltre ai vertici di Acciai Speciali Terni e alle famiglie degli operai,  governatrice  Donatella Tesei, il sindaco Leonardo Latini, la presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza, il questore  Bruno Failla. La celebrazione è stata animata dalla Corale del Cuore e dalla splendida voce del soprano Desiree Giove, che al termine della messa ha dato una bella interpretazione dell’Ave Maria.

«Prepararsi al Natale, al grande dono che Dio fa di sé stesso – ha detto il vescovo Soddu nell’omelia – significa anche esercitare le buone prassi date da Dio per il bene comune: osservare il diritto e praticare la giustizia. Riconoscendo, rispettando ed esercitando i diritti e la giustizia, allo stesso tempo avviene la realizzazione della persona e si vive la felicità, ciò che la Bibbia definisce col termine “beatitudine”. La nostra preghiera la condivisione del medesimo destino, l’incontro con il Signore in preparazione al Natale, la nostra presenza qui, sta ad indicare la volontà comune di vivere secondo giustizia, nell’accoglienza reciproca e del Signore che viene. 

E a questa felicità e realizzazione della vita, sono chiamate tutte le genti, tutte le Nazioni. Il dono del Figlio di Dio infatti non è proprietà esclusiva di qualcuno, ma è per tutti. Spesso anche la nostra fede si riduce a fuoco d’artificio fugace, bello, strepitoso, ma senza consistenza. Senza che tutta la vita ne venga irrorata, coinvolta e quindi plasmata. 

Pensiamo a quante occasioni della vita, pur vissute con intensità, poi non lasciano alcun segno. Ebbene, anche di fronte a questi nostri atteggiamenti, Gesù non ci nega la sua presenza che in questo periodo si concretizza nel dono della gioia del Natale.

Dobbiamo però stare attenti a non ridurre, banalizzandolo, questo tempo. Il Natale non è una favola o una fiaba. Non è un colpo di bacchetta magica, ma l’evento salvifico dell’incarnazione del Figlio di Dio che coinvolge tutta la nostra vita.

Per ogni persona, nella fattispecie per voi che lavorate in questo luogo, tutto questo si traduce nel saper accogliere il messaggio evangelico; non delle parole o dei bei pensieri ma il Vangelo, ossia la persona stessa di Gesù, tutta la sua vita e farla calare nella nostra; nelle nostre membra, per rendere evidente la speranza in un futuro migliore, per noi, le nostre famiglie, la nostra società».

Laura Santi (foto Facebook)

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