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Caldo anomalo e gelo invernale: così il tempo yo-yo mette a rischio l’agricoltura

Cia e gli agricoltori lanciano l’allarme. Però il freddo, per fortuna non crea problemi agli animali e agli allevatori. Anche se a Norcia…

Foto Image by desEYEns on Freepik
Di Arianna Sorrentino

PERUGIA – Uno sbalzo termico che preoccupa: da una novembrata al gelo invernale tipico di gennaio. Il tempo yo-yo sta mettendo a rischio l’agricoltura e Cia Umbria fa il punto della situazione con Umbria7.

«Solo poche settimane fa potevamo vedere alberi di mimose fiorite, peschi, albicocchi o susini in fioritura anticipata, viti che germogliavano – spiega Matteo Bartolini presidente di Cia agricoltori dell’Umbria – Ora che è arrivata la normale stagione invernale, con le sue basse temperature, il rischio è che quello che fino a ieri ha germogliato, possa subire danni». Ad essere colpite potrebbe essere circa il 30% delle colture di stagione, semine e coltivazioni ortive e frutticole, serre e allevamenti a causa di neve, gelo, vento forte, piogge battenti e nubifragi: la preoccupazione infatti «è che, in assenza di freddo durante i mesi invernali, le piante germoglino in anticipo con il rischio di ondate di gelo tardive che brucino fiori e gemme di piante e alberi con pesanti effetti sui raccolti futuri». Ma ben venga l’inverno e il conseguente freddo, «necessario alle piante per la fase di riposo che aiuta a stimolare la ripresa vegetativa quando arriverà la primavera», continua il presidente Bartolini. Agricoltori sono quindi in massima allerta e si trovano a fare i conti ora anche con i cambiamenti climatici oltre con costi raddoppiati per aumenti su acqua, energia, concimi e fertilizzanti.
Neve e gelo invece non spaventano gli allevatori, almeno per ora. «I maiali con la neve stanno bene, si divertono come figli – spiega l’allevatore Nunzio Dell’Orso di Cia Spoleto – Valnerina – l’importante è che siano all’asciutto quando dormono, con terra e paglia per far mantenere il calore. Le pecore stanno bene uguale, chiuse e sotto una tettoia, con fieno e cereali a gogo». I problemi sono invece per chi ha le mucche da latte. Ma allora a Norcia, dove negli ultimi giorni sono caduti 80 centimetri di neve, che situazione si sta vivendo? «Noi viviamo in montagna, è come fare un compromesso con il diavolo. Siamo abituati a queste temperature – continua – il problema non è questo: l’aria è gelata ma non è colpa della neve. Ad essere gelati sono gli animi dei cittadini per tutte le questioni irrisolte a Norcia». Parla di burocrazia, di camere post sisma che non arrivano, dei rincari energetici con prezzi alle stelle che mettono in ginocchio anche loro. «L’Italia è incartata in documenti, norme e restrizioni che portano a Norcia una recessione che non ha fine. Il più grande dispiacere sono gli sguardi appassiti di tanti allevatori e agricoltori…».

Bartolini (Cia)

Foto in copertina di Image by desEYEns on Freepik

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