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Concluso il riparto tra le regioni del fondo sanitario. All’Umbria un miliardo 843 mila: 2.075 euro per umbro

di Pino Giordano

PERUGIA – Sono venuti a conclusione i principali appuntamenti economico-finanziari dell’anno con importanti riflessi sul Servizio Sanitario Nazionale e sui Servizi Sanitari Regionali. Con qualche dissonanza nelle cifre del Fondo Sanitario per come è stato definito dall’accordo Stato Regione, dalle previsioni NADEF ed infine dalla Legge di Bilancio 2023 approvato proprio in questi giorni, che rende poco leggibili i dati per i non esperti e per i cittadini che pensano di acquisire una qualche maggiore consapevolezza delle problematiche sanitarie.

Per il 2022 il Fondo Sanitario Nazionale (almeno per le quote contenute nell’accordo Stato Regioni) è di 117.417.126.120 (quota indistinta e con riparto sulla base della popolazione residente con un fattore di correzione che varia in relazione alla quota di popolazione anziana: popolazione pesata) a cui vanno aggiunti 503 milioni e 920 mila di quota premiale ed 1 miliardo e 600 milioni quale quota di rimborso per aumento costi fonti energetiche per un totale di 119.521.046, a fronte di un fabbisogno complessivo di 125.216.000.000 e quindi con un deficit di circa 5 miliardi e mezzo. A questa andrebbe aggiunta la spesa privata che ammonta a circa 37 miliardi.
Per l’Umbria la quota spettante è pari a 1.843.277.753 di cui 1.744.006.698 di quota indistinta, 35.515.919 di quota premiale e 23.840.419 per rimborso costi energetici. Sembrerebbe quindi che le quote assegnate possano coprire il fabbisogno 2022 senza sbilanciamenti. Restano le quote Covid di cui il Governo non potrà non farsene carico a favore di tutte le regioni. Se così sarà per l’Umbria resterebbe scoperta la quota di deficit accumulato negli anni precedenti e che, pare, ammonti a poco più di 40 milioni (circa il 2%) dell’intero bilancio sanitario della Regione Umbria. Si potrà coprire utilizzando le quote ticket e le quote derivanti dall’attività libero professionale? Entrambi le voci potrebbero essere di una qualche consistenza e per una maggiore trasparenza ma anche per una maggiore responsabilizzazione, non sarebbe inopportuno che la Regione rendesse noti anche queste voci di bilancio. (Tabella I)

Nella Tabella II sono riportati i dati relativi al riparto della quota indistinta (quella calcolata sulla popolazione) del fondo sanitario2022 per come definiti dalla conferenza Stato Regioni e pubblicati da un decreto del Ministero della Salute emanato di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Dalla tabella come è evidente, dalle quote pro capite, il finanziamento delle varie regioni non è del tutto omogeneo poiché alcune regioni (la gran parte 13/21) ricevono una quota pro capite superiore alla media nazionale mentre le restanti (8/21, prevalentemente le regioni del sud) ricevono una quota per cittadino inferiore alla media nazionale. Ciò avviene perché la distribuzione del fondo non è effettuato tenendo conto della sola popolazione residente ma aggiungendo un fattore di correzione legata all’età (popolazione pesata) che può incidere con una quota maggiorata che può raggiungere anche il dieci per cento. Come si vede l’Umbria, insieme alla Liguria è tra le regioni che dal fondo sanitario nazionale riceve una delle quote pro capite più consistenti.
Ci sarebbe poi da valutare la qualità e l’efficacia della spesa. Cercheremo di farlo in un’altra occasione confrontando tra le diverse regioni i dati delle performance e dei punteggio LEA.

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