Perugia, la stazione Sant’Anna ospita i senzatetto che non accettano aiuti dal Comune

La consigliera Tizi: «Bisogna intervenire per rendere la stazione più accogliente, anche a fronte dei 25 milioni di euro spesi». L’assessore Cicchi risponde e spiega la situazione

di Arianna Sorrentino

PERUGIA – Appare come un rifugio per i senzatetto a qualsiasi ora del giorno: dalle sei di mattina fino all’orario di chiusura. In realtà non è un dormitorio, non è una casa di accoglienza, ma è la sala d’aspetto della stazione Sant’Anna a Perugia. La stazione che collega il centro storico perugino fino all’Alta valle umbra, era stata riaperta lo scorso 14 settembre dopo i lavori di ristrutturazione durati cinque anni, per una spesa complessiva di 25 milioni di euro.

Della situazione di degrado che la stazione stava vivendo ad appena tre mesi dall’inaugurazione, Umbria7 aveva già parlato a inizio dicembre, dopo un episodio di rissa e violenza che si era verificato proprio lì e che aveva visto intervenire le forze dell’ordine. Erano state evidenziate le problematiche dai gestori del bar Sant’Anna: topolini che girano indisturbati a ridosso dei binari e appunto, persone senza fissa dimora che si accomodano in sala d’aspetto per trovare un riparo. Passato un mese intero, la situazione, ad oggi, non sembra essere cambiata. In aggiunta, c’è un odore decisamente sgradevole e pungente entrando nella sala d’attesa. Il caso “stazione Sant’Anna” è stato discusso durante l’ultimo consiglio comunale, portato all’attenzione dalla consigliera Francesca Tizi del Movimento 5 Stelle. «Le lamentele mettono in evidenzia – dice la consigliera Tizi – non solo la necessità di intervenire per rendere la stazione più accogliente tanto più oggi, dopo l’ingente investimento pubblico che in tal senso è stato fatto, ma anche l’altro importante problema dei senzatetto». Il problema in realtà si ripropone ogni anno perché i senzatetto cercano riparo soprattutto diurno in strutture aperte al pubblico. In tutta risposta, l’assessore comunale alle politiche sociali Edi Cicchi ha ricordato che il Comune di Perugia nell’ambito degli interventi volti al contrasto della povertà ha in essere una serie di servizi e attività che vengono gestiti sia in forma diretta attraverso gli uffici di cittadinanza, sia in forma esternalizzata con pronta accoglienza sociale e pronto intervento sociale, e tra questi ci sono anche interventi di accoglienza residenziale a breve o lungo termine. Il principio di autodeterminazione, però, in questi casi, gioca un ruolo fondamentale: la persona bisognosa deve voler essere aiutato. E la Cicchi, sottolinea come difficilmente aderiscono alle proposte avanzate dai servizi sociali per quel che attiene alla promozione del benessere e della salute della persona. In altre parole: rifiutano gli aiuti.
Nonostante questo, in campo sono attivi una serie di interventi per assicurare il soddisfacimento di bisogni essenziali come accoglienza, erogazioni pasti e vestiario. Tutto questo grazie all’intervento di enti del terzo settore, dell’associazionismo e della rete di volontariato che collabora con il Comune – come il villaggio d’accoglienza della Caritas, gli empori della solidarietà, i servizi della Asl con il centro a bassa soglia fino alle unità di strada.

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