TERNI –
«Come era bella via Cavour senza auto». Ma era il periodo del primo lockdown, nessuno poteva uscire di casa, le attività si erano fermate, e i residenti avevano parcheggiato fuori dalla Ztl. In via Cavour vige il divieto di fermata, quindi le auto non possono sostare neanche un minuto. Invece eccole, in divieto, e pure di doppia fila di fronte alla chiesa di Santa Croce, di origine romanica, molto rimaneggiata nel Settecento e restaurata nel secondo dopoguerra.
Di domenica, quando le famiglie vanno a messa. Ma dal lunedì al sabato la situazione certo non migliora. Quello slargo, tra la chiesa e palazzo Mazzancolli, sede dell’Archivio di Stato, è diventato un parcheggio a tutti gli effetti. Eppure i titolari dei pubblici esercizi hanno lottato tanto per liberare via Cavour e via Fratini dalle auto. Per poter lavorare. Nei due anni di contingentamenti e limitazioni imposte dal Covid, hanno persino pagato il servizio d’ordine privato per garantire il rispetto di un’ordinanza che vietava l’accesso ai veicoli dalle 18, quando i locali iniziavano ad apparecchiare i tavoli.
Ma dell’ordinanza a sostegno della attività commerciali, pochi utenti della strada avevano rispetto. Molti scendevano dall’auto, spostavano le transenne, passavano indisturbati fra la gente che cenava. «Abbiamo anche rischiato di essere presi sotto mentre servivamo i nostri clienti» – ricorda Alessandro Paolucci titolare del Ristò da Ale.
Con la città intera riversata in centro la mattina del 15 gennaio per la quinta edizione edizione della Braconi Terni Half Marathon organizzata dall’#iloverun Athletic Terni, le soste selvagge sono “arrivate prime”.