di Aurora Provantini
PERUGIA – È straniero un imprenditore su dieci, in Umbria. Il 10,3 per cento. In crescita: dal 2012 al 2022 la rappresentanza straniera comunitaria è aumentata del 3 per cento. Comunque è bassa. Comunque è al di sotto della media nazionale. Quindi insufficiente a compensare la perdita delle aziende di italiani. Il buco, infatti, è di 1.271 imprese. Lo evidenzia un’indagine su scala nazionale curata dall’Ufficio comunicazione e stampa della Camera di Commercio dell’Umbria, basata su dati Infocamere-Unioncamere.
In pratica in dieci anni, in Italia, il tasso di imprenditorialità di stranieri è passato dal 6,3 al 10,7 per cento, con le aziende di stranieri cresciute da 457mila 519 a 645mila 866 (+188mila 347, +41,2 per cento). Numeri che non riescono tuttavia a compensare la diminuzione delle imprese di italiani, che da 5milioni e 615mila passano a 5.373.420 con una flessione del 4,2 per cento, creando un buco allo Stivale di 54mila 872 aziende.
Entrando nelle specifico, l’Umbria ha “guadagnato” 2.560 imprese di stranieri e ha perso 3.831 aziende di italiani, tra il 2012 e il 2022. Con un “ammanco” di 1.271 unità. Abituati a sentire parlare solo di crescita degli imprenditori stranieri, non si era riusciti a mettere in luce l’aspetto della compensazione. «Questa indagine, quindi – afferma Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria – apre la strada ad ulteriori approfondimenti per cercare di cogliere al meglio le trasformazioni in atto, così da adottare eventuali correzioni di rotta, mettere in moto i provvedimenti opportuni e anche cercare di trasformare quelli che possono apparire punti di debolezza in punti di forza».
Per Mencaroni è giunto il momento di analizzare il nuovo scenario, quello della crescita di imprese di stranieri che non compensa, o almeno non compensa più, il calo di quelle di italiani. Come se una certa flessione della tendenza all’imprenditorialità che si nota da tempo tra gli italiani si cominci a manifestare anche tra gli stranieri. Secondo i dati di Unioncamere, infatti, nel cuore verde d’Italia le imprese di stranieri sono cresciute del 35,4 per cento (meno della media nazionale ovvero del 41,2 per cento), passando da 7mila 222 a 9mila792, con un incremento di 2mila 560 che però non compensa il calo di 3mila 831 imprese di italiani.
Tra i Comuni dell’Umbria con oltre 15mila abitanti le percentuali più elevate di imprese di stranieri si concentrano a Umbertide (13,9), Terni (13,8), Gualdo Tadino (13,6), Foligno (12,5), Perugia (12,3). A livello provinciale non ci sono differenze sostanziali. Per quanto riguarda invece i numeri assoluti si aggiudica il primato di città con maggion numero di imprese di stranieri Perugia con 2.194 realtà, seguita da Terni con 1.490.