Niccolò di Liberatore detto l’Alunno e quelle figure che sembrano essere vive

La visita guidata con Carlo Favetti

di Carlo Favetti

FOLIGNO (Perugia) – Andiamo alla scoperta di artisti umbri che con le loro opere hanno dato a loro tempo e oggi una grande ricchezza al nostro patrimonio storico artistico. L’Umbria è patria non solo di santi ma anche di grandi personaggi che con le loro opere (affreschi, tele, pale d’altare, sculture, suppellettili, ma anche da grandiose chiese a piccole cappelle sperude tra i boschi). Uno degli artisti che oggi tratteremo è uno dei più eclettici della pittura umbra che va dalla prima metà del XV secolo ai primi del  XVI sec: Nicolo’ di Liberatore detto l’Alunno. 

Nasce a Foligno nel 1430 e morira’ nel 1502. Figlio di Bartolomeo di Tommaso. Discende da una famiglia di speziali, ma presto intraprende l’arte della pittura su tavola e in affresco (F.Zeri). Fu l’unico artista insieme al Pintoricchio e il Perugino ad essere nominato dal Vasari nel libro della vita dei pittori. Il Vasari a riguardo scrive: FACEVA SUE FIGURE TESTE RITRATTE DAL NATURALE E CHE  PAREVANO VIVE. Lo pseudonimo di L’ Alunno fu attribuito dal Vasari nella male interpretazione della scritta dall’artista nel polittico della Natività del 1492 : “ALUMNUS FULGINIAE”  realizzato per la chiesa di San Nicolò a Foligno (mentre la predella e’ al museo del Louvre di Parigi). Nicolo’ si sposa con Caterina, unica figlia di Giovanni Mazzaforte, figlio di Giovanni di Corraduccio, un pittore attivo dal 1440 -1450. Con il Mazzaforte, Nicolo’ era entrato in societa’ e, realizza nel 1458 la Madonna dei Consoli a Deruta, dove, (B.Toscano) “si evidenziano insieme il carattere e lo stile dell’ Angelico e del Gozzoli nel periodo 1450-1452, durante il periodo di lavoro alla realizzazione degli affreschi alla chiesa di San Francesco”. La sua bottega era a Foligno, vicino alla cattedrale del San Feliciano, dove ha prodotto una grande quantità di opere: polittici, pale, Gonfaloni ecc. Le sue opere ancora oggi si possono ammirare a Foligno all’ Auditorium comunale, nella chiesa Parrocchiale di San Matteo, a Cannara, nella chiesa di San Giovanni Battista a cui ha contribuito il figlio Lattanzio. I primi lavori in affresco di Nicolo’ sono le Cappelle di Pietro di Cola delle Casse e di Santa Marta nella chiesa di Santa Maria in Campis di Foligno.

Tra i polittici più interessanti e importanti prodotti da Nicolo’ per la storia dell’ arte umbra sono: polittico di San Rufino 1462, polittico di Montelforo 1466, di San Severino 1468, San Francesco a Gualdo Tadino eseguito insieme a Giovanni di Stefano (intagliatore) nel 1470, il Polittico di Sarnano, il polittico della Natività a Foligno nel 1492 e quello di Sant’ Angelo 1499 conservato nella chiesa di di Santa Croce a Bastia Umbra (ultima sua opera). Alla sua morte, la sua bottega viene  lasciata al figlio Lattanzio e al suo allievo Ugolino di Gisberto. La casa dell’ artista, poi monastero di Sant’Anna, ha una doppia valenza, ossia, le pareti sono state decorate dallo stesso Nicolo’ con immagini e ritratti e bozzetti, eseguiti con la punta di un chiodo o punteruolo. Tra i tanti il suo autoritratto e quello di sua moglie Caterina. Un artista con basi e percorsi, ben formato. Lo stile lo apprese dai pittori folignani della prima metà del XV sec. “scuola folignate”, oltre dagli artisti rinascimentali toscani operanti in Umbria come il Beato Angelico. Nel suo soggiorno marchigiano, ebbe l’influsso da Bartolomeo Vivarini, poi da Carlo Crivelli 1472. Ma nel periodo più importante e completo della sua produzione subì l’influenza del Perugino e Pintoricchio. ( nella foto Madonna dei consoli Foligno).

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