Terni al voto/Michele Pennoni: «Ci vuole una spinta innovativa a tutto campo»

Il viaggio di Umbria7 tra i candidati al consiglio comunale raggiunge un esponente di Azione, che si presenta nella lista Kenny innovare per Terni

TERNI – Nella lista Kenny Innovare per Terni, Michele Pennoni, a suo tempo uno dei giovani più promettenti dei Dem ora in Azione, il partito di Calenda. Un dipendente dell’Università degli studi di Perugia di base a Pentima, che sostiene il professore di orgini argentine Josè Maria Kenny.

Lavoro, qual è la ricetta per il rilancio dell’occupazione?

«La storia della nostra città ci dice che il suo sviluppo economico e la sua espansione demografica sono stati segnati dall’ innovazione (produzione di energia elettrica, di acciaio, di armi, di polimeri/chimica). Ci dice che il Dna di Terni è l’innovazione, quindi o questa città produce innovazione o semplicemente smetterà di esistere.

Dunque innovazione, da declinare a 360 su tutti i campi di possibile sviluppo a partire dagli asset principali, iniziando da quello energetico. Sull’idrogeno la giunta regionale ha messo sul piatto 14 milioni di euro per impianti di produzione in aree industriali dismesse escludendo completamente Terni. Dobbiamo recuperare assolutamente questa partita strategica per il futuro.

Io sono un dipendente dell’Università degli Studi di Perugia, la mia sede di lavoro sono gli uffici della sede centrale di Pentima, e dal mio punto di vista privilegiato posso affermare che l’università può e deve essere grande veicolo di sperimentazione e innovazione. Per questo dovremo far portare risorse importanti finalizzate ai contratti per la ricerca dedicati a neolaureati e dottorati. Dobbiamo smettere di formare e salutare i nostri studenti ma produrre più ricerca in loco e trattenere – e di più, attrarre – col lavoro laureati e dottorati – giovani e pieni di idee ed entusiasmo – favorendo la creazione di startup innovative e al contempo instaurare maggiori e più strette collaborazioni con le aziende locali a cui fornire competitività.

Rivoluzionare il modo di pensare una città nuova, spingendo continuamente per la presenza della più alta tecnologia delle infrastrutture materiali e immateriali senza le quali nessuno verrà a investire a Terni.  Innovare nella pianificazione di infrastrutture urbane che aiutino a preservare la biodiversità e nelle aree urbane e periurbane per pianificare il territorio urbano in modo organico e sostenere una più ampia connettività paesaggistica, essenziale per la protezione della biodiversità, cosa che richiede nuove competenze, genera nuovo lavoro, sviluppa e richiama nuove aziende e nuovi investimenti.

«Tutto questo lavorando alacremente sul funzionamento della macchina amministrativa per sveltire i tempi senza perdere nemmeno un centesimo dei fondi disponibili dal Pnrr e mettere a terra ogni singola possibilità a disposizione (evitando di avere intuizioni che non realizzate diventano rimpianti – pensate a cosa sarebbe potuto diventare nel mondo di oggi il centro multimediale).

Rivoluzionare turismo (culturale, naturalistico, sportivo) e commercio (vorrei Terni hub dell’agroalimentare della Valnerina) guardando al mercato globale».

Si potrebbe andare oltre ed entrare più nello specifico ma il nodo è questo, come mi capita di ripetere spesso, dobbiamo guardare avanti per non rimanere indietro: questa è la ricetta».

Tasse, quali sono le bollette che secondo lei potrebbero essere ridotte?  E come?

«La risposta è innanzitutto Taric che colpisce pesantemente privati, esercizi commerciali e aziende. Efficientare il ciclo di smaltimento dei rifiuti per ridurne i costi e rivedere alcuni criteri: Secondo lei è normale pagare un corrispettivo minimo anche se il numero degli effettivi conferimenti è minore? Tutto questo accompagnato da un aumento della capacità di riscossione. Favorire le rateazioni e andare incontro ai cittadini per quanto riguarda le modalità di pagamento e contemporaneamente ridurre all’osso i crediti inesigibili».

Sicurezza, quali strumenti mettere in campo?

«Lavoro con prefettura e questura in un coordinamento in cui il comune si mette a disposizione di queste istituzioni fondamentali. Uno strumento può essere certamente il progressivo aumento delle coperture tramite videosorveglianza ma non dobbiamo concentrarci esclusivamente su controllo e repressione. Il comune può e deve fare molto in ottica di prevenzione: incremento delle politiche giovanili, dei centri in cui i giovani possano aggregarsi e dare sfogo alla loro creatività, lontano dalle strade, magari permettendo a tutti di studiare musica. L’impegno al fianco di associazioni, parrocchie, società sportive, centri culturali per lavorare sull’inclusione; tutti temi dimenticati e i risultati sono sotto gli occhi dei ternani. Cura e ordine degli spazi pubblici perché siano presidiati dalle famiglie, rilancio del commercio in centro e nei quartieri perché svolgano anche una funzione sociale di vita comune e contrasto alla desertificazione, habitat favorevole alla delinquenza. Le persone devono poter uscire di casa serenamente per svolgere attività positive e, naturalmente, favorire l’occupazione rappresenta il primo antidoto al disagio dilagante». 

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