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La Caritas di Perugia fa scuola a livello nazionale su come fare del bene al prossimo

Il direttore don Marco Briziarelli: «È un’occasione di grande crescita e di confronto»

PERUGIA – Da Perugia parte una esperienza che viene ripresa come esempio per tutta Italia. Sarà infatti la Caritas della diocesi di Perugia-Città della Pieve ad ospitare, nel capoluogo umbro, dal 22 al 25 maggio, la seconda tappa del percorso di formazione base per nuovi direttori e membri delle equipe delle Caritas diocesane, promosso ogni anno pastorale da Caritas Italiana, al fine di orientarli e sostenerli nell’avvio del loro servizio.

Si tratta di un percorso formativo iniziato lo scorso gennaio e si concluderà in autunno, a cui prendono parte 80 (42 maschi e 38 femmine), tra neo direttori, vicedirettori, membri operatori e volontari delle Caritas diocesane. Il 67% di loro ha un’esperienza di servizio da 0 a 4 anni, la gran parte ha un’età compresa tra i 22 e i 50 anni e 58 sono laici e di laiche, provenienti dalle sedici delegazioni Caritas regionali, in prevalenza dal Triveneto, Campania e Calabria. Sono le regioni in cui, nell’ultimo anno, le Caritas hanno avuto un ricambio maggiore di direttori e membri delle equipe.

Le giornate di formazione avranno come location e sede delle lezioni teoriche l’Hotel Sacro Cuore di Perugia, da lunedì 22 maggio (con inizio alle ore 10) a giovedì 25 maggio (con partenza alle ore 13), porterà gli ospiti corsisti a visitare alcune realtà socio-caritative tra le quali il menzionato emporio “Don Gustavo”, il centro d’ascolto “San Giuseppe” di Bosco, il “Villaggio della Carità” di Perugia, la “Casa della Carità-Santuario della Madonna dei Bagni” di Deruta, le opere segno nel centro storico perugino: “Casa Sant’Anna dei Servitori”, “Casa San Vincenzo” e la “Mensa-Ristoro Sociale San Lorenzo” nata dalla collaborazione tra la Caritas e il Comune di Perugia.

Tra i relatori delle quattro giornate ci siano alcuni rappresentanti delle Istituzioni civili perugine ed umbre, che animeranno la tavola rotonda sul “lavoro di rete con il territorio”. Inoltre saranno presentati alcuni progetti sulla marginalità estrema per l’accoglienza dei senza dimora e di attenzione al mondo del carcere.

Esempi concreti che testimoniano quanto “Il bene è contagioso!”, recita lo slogan della Caritas diocesana di Perugia scelto come titolo di questa seconda tappa del percorso di formazione di Caritas Italiana.

A spiegare la scelta di Perugia è Francesca Levroni, referente dell’Ufficio formazione e animazione della Caritas nazionale: «E’ avvenuta – dice – in base non ad un modello che va poi adottato, ma per l’esperienza acquisita da questa Caritas. In primis dalla peculiarità del percorso che essa è riuscita a costruire sul territorio, anche attraverso le criticità, della propria presenza sia nel saper farsi carico delle situazioni di bisogno, attivando progetti di prossimità, sia di promozione ed accompagnamento delle Caritas parrocchiali e delle opere segno e strutture di accoglienza». Nella scelta non va trascurata, aggiunge Levroni, la «capacità di animazione della comunità da parte della stessa Caritas. Ad esempio quella di Perugia-Città della Pieve è riuscita ad attivare un emporio della solidarietà in un edificio condominiale». Il riferimento è all’emporio “Don Gustavo” di Ponte Pattoli, aperto un anno fa, dopo la fase acuta della pandemia, che ha coinvolto, oltre a tante persone, anche alcune realtà imprenditoriali benefattrici.

Questo il commento di don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana: «È un’occasione di grande crescita poterci confrontare con altre Caritas. Camminare insieme ai fratelli che iniziano questa nuova esperienza da direttori con le loro equipe diocesane, significa avere uno sguardo esterno che diventa per tutti fondamentale per poter crescere nel servizio e nell’accompagnamento alle tante povertà e ai tanti bisogni delle nostre famiglie. Un occhio esterno è sempre fondamentale, perché è capace di vedere criticità ed opportunità che noi non riusciamo a cogliere nel nostro quotidiano. Un grande grazie lo rivolgiamo a Caritas Italiana per questa opportunità che ci viene data nel conoscerci e nell’arricchirci vicendevolmente».

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