TERNI – Ha vinto Stefano Bandecchi, il suo staff, la sua provenienza dal centrodestra. Ha vinto il centrodestra dell’antisistema.
E ha perso sonoramente il centrodestra dei partiti, del sistema. Il sistema di centrodestra che non si è sintonizzato in questi cinque anni con le aspettative, le paure, i sogni della città.
Sono queste le riflessioni che girano nelle chat di di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Di quello che rimane di quelle chat e di quei partiti. Perché il centrodestra di Orlando Masselli al primo turno è lontanissimo parente della coalizione che a settembre 2022 prende 23.608 voti contro i 17.363 del primo turno delle comunali. Ed il primo turno è lontano parente del secondo, dove i voti sono appena 16.405. Mentre Bandecchi è balzato a 19.748, con 6mila voti in più rispetto al primo turno.
Nelle telefonate analisi sconsolate: «Bandecchi con lo stadio, la clinica, Ternanello, il progetto 300mila, la città del dopo di noi, fa sognare Terni. Noi ci siamo presentati con il bilancio risanato e con la Fontana di Piazza Tacito».
Nelle telefonate sfoghi amari: «Dovevamo confermare Latini». «No dovevamo pregare Nevi». E persino: «Il nostro candidato doveva essere Bandecchi».
Perché anche a Terni, nei gruppi dirigenti del centrodestra, Stefano Bandecchi – il grande avversario nelle urne – continua ad essere considerato uno politicamente di casa. Gruppi dirigenti ora sotto accusa. In particolare quello di Fdi. Quello che prima rivendica il posto di onore dovuto ai 15mila voti delle politiche e che poi al primo turno delle comunali ne mette sul piatto poco più di 8 mila.
Già finito l’effetto Meloni? Manco per sogno. Ad Ancona, Brindisi, Catania, Latina è centrodestra. E persino a Massa, Pisa e Siena, nella rossa Toscana, è centrodestra. Quello dei partiti.
