M.BRUN.
PERUGIA – I primi a rischiare per l’empasse della sanità umbra, di fronte al tremendo test dello smaltimento delle liste d’attesa, sono i direttori generali delle due Asl e delle due Aziende ospedale dell’Umbria.
In sintesi: gli obiettivi, a una manciata di giorni dalla fine di giugno, limite invalicabile per definire i pareri nei loro confronti, non solo non sono stati raggiunti ma il risultato sperato appare anche decisamente molto lontano dall’essere approssimato.
Ma soprattutto i direttori generali stentano a mettere a terra le disposizioni che sono state impartite. E non perché siano così difficili, ma perchè la macchina assai arrugginita e non si ha la forza per farla ripartire.
Cosa può succedere, a questo punto? Che il 30 giugno vengano – come da disposizioni di legge – stilate le “pagelle” dei direttore senza con l’indicazione: “Non sono stati raggiunti gli obiettivi fissati”.
In termini pratici alcune decine di migliaia di euro in meno da versare nelle loro tasche da parte dell’ente erogatore, la Regione, e un brutto risveglio per i moschettieri della sanità umbra.
A questo va aggiunto che la Asl 1, quella della provincia di Perugia, non ha ancora sostituito il precedente manager e solo il 19 e il 20 ci saranno i test per arrivare alla sofferta decisione.
La sanità – che è un problema per tutte le regioni e a ogni livello – in Umbria comunque continua a far parlare di sé. E la svolta deve ancora arrivare.


