TERNI – Un po’ ci ha provato il segretario Spinelli a dire che in fondo non era andata malissimo. Ma poi nella notte di mercoledì la polveriera Pd è esplosa. E l’assemblea comunale si è fatta presto infuocata.
Eppure era iniziata soft con la relazione del segretario che parlava di Pd seconda forza negli schieramenti politici della città. E con le responsabilità dei mancati accordi elettorali scaricata sui potenziali alleati. Materiale già noto. Sulle posizioni del segretario Roberto Piermatti e Antonio Iannoni. Quasi a ribadire il legame stretto tra il Pd di Terni e la Cgil. Ed è proprio su questo legame – anche Spinelli è un dirigente di quel sindacato – che sono partite le critiche. Perché il candidato a sindaco José Maria Kenny con la felpa indosso della Cgil, mesi orsono, non è passata inosservata. Perché una delle cose che non ha funzionato nella campagna elettorale del Pd sono stati i malumori delle altre sigle sindacali, ad iniziare dalla Cisl. Critiche alla segreteria sono arrivate da Marina Sereni e per certi versi sono state inaspettate. Perché la Sereni veniva data tra i leader del gruppo Spinelli, Raffaelli, Piermatti. Perché Marina Sereni è tutt’ora una dei dirigenti nazionali dei Dem. La pattuglia dei giovani – Patalocco e Di Girolamo junior – non si è trattenuta. Duro soprattutto il consigliere comunale Francesco Filipponi che ha parlato della responsabilità della segreteria nel terzo posto nella competizione elettorale, quel terzo posto che ha costretto il Pd a fare più o meno da spettatore nel ballottaggio centrodestra -Bandecchi.
Filipponi ha rivendicato senza se e senza ma un ruolo di primo piano, dovuto all’indubbio consenso personale. Il primo passo il ruolo da capogruppo. Nessuno dei critici ha chiesto esplicitamente il passo indietro al segretario ma è apparso chiaro che Spinelli è ora sotto accusa.
I presenti raccontano di un Tommaso Bori a tratti gongolante. I rapporti tra il segretario regionale e quello comunale di Terni sono da tempo inesistenti, da quando ad aprile Spinelli fuggi da una riunione in via Mazzini del “‘campo largo” per correre al Garden e proclamare Kenny candidato del solo PD. Bori quella volta inseguì Spinelli per le scale. Poi il gelo.


