Redazione Terni
TERNI – Prima le cannonate su Arvedi. Poi i siluri su Enel. E poco dopo salta la luce. Mezza Terni senza energia elettrica, ad iniziare da Palazzo Spada. Tant’è che qualcuno ha ipotizzato che fosse in corso una vendetta. Talmente violenta da far saltare la diretta streaming del consiglio comunale. Giovedì 6 luglio giornata di consiglio comunale. Nella mattinata Stefano Bandecchi attacca a palle incatenate Arvedi. Accusa il gruppo di abbondare con la cassa integrazione a Terni e di risparmiarla a Cremona; di aver penalizzato l’indotto ternano; di non fare nulla per l’ambiente della Conca.
«Vado al ministero e blocco il miliardo di investimenti», tuona Bandecchi e non fa niente se nel miliardo di euro, solo 300 milioni sono fondi ministeriali come specificherà poco dopo il consigliere di FI Francesco Ferranti. Nel primo pomeriggio, poi, le batterie di Bandecchi aprono di nuovo il fuoco. Questa volta il bersaglio è Enel. Colpevole di lauti guadagni con la centrale di Terni e di scarsissimi ritorni economici per il territorio di Terni. Nei progetti di Bandecchi, Enel dovrebbe scucire molto di più degli attuali canoni idrici che versa alla Regione. Il sindaco di Terni sogna almeno una ventina di milioni di euro l’anno. Un bel po’ di denaro che nelle intenzioni di Bandecchi dovrebbe servire per contribuire al project financing del nuovo ospedale di Terni. Appena il sindaco finisce di tuonare salta la diretta del consiglio. I beni informati dicono che sia saltata la luce in tutto il centro della città. Qualcuno grida alla vendetta di Enel e della sua centrale. Più semplicemente il problema è stato nell’occasione di Asm in difficoltà ad assicurare la copertura di energia elettrica a tutti i condizionatori a mille in una giornata super bollente.
Senza considerare che i forni di Arvedi in questi giorni sono accesi solo a Cremona.


