Emergenza clima, in Umbria grano giù del 30% ed è allarme anche per il vino: pronta la richiesta dello stato di calamità

L’intero settore dell’agricoltura regionale è in ginocchio. Parte l’appello della Coldiretti

R.P.

PERUGIA – Danni a cereali, vigneti, olivi e non solo. Per questo la Coldiretti Umbria chiede alla Regione di attivarsi per la dichiarazione dello stato di calamità naturale. La grave emergenza dovuta al clima degli scorsi mesi, caratterizzato da siccità prima e in seguito da forti e ripetute piogge che sta mettendo in ginocchio le aziende agricole umbre.

Per questo il presidente dell’associazione che raduna gli agricoltori umbri, Albano Agabiti, ha preso carta e penna per scrivere alla presidente Donatella Tesei e all’assessore competente, Roberto Morroni: «Tale richiesta – sottolinea Agabiti – è motivata dalle segnalazioni di danni provenienti dal mondo cerealicolo dove le prime stime parlano, a seconda dei territori, di perdite produttive di oltre il 30% per il grano ma con punte che arrivano al 50%, tra l’altro, con prezzi riconosciuti agli agricoltori in picchiata rispetto allo scorso anno».

Le criticità, evidenzia il numero uno di Coldiretti Umbria, coinvolgono altri comparti, e per questo  serve «velocità e semplificazione nelle scelte da adottare, cogliendo l’occasione anche per un reale snellimento delle procedure burocratiche, visti pure gli aumenti dei costi produttivi che gli agricoltori scontano da tempo».

Uno dei comparti più colpiti è quello vitivinicolo: «Si tratta di una crisi ben più pesante rispetto alle ultime già difficili annate – spiega la presidente di Coldiretti per la Provincia di Terni, Dominga Cottarella – con i danni causati dalla peronospera che possono arrivare a colpire la produzione regionale fin oltre il 50%, anche se la qualità rimarrà comunque elevata».

Pure per l’olivicoltura ci sono criticità enormi: «La situazione è fortemente critica – afferma il presidente di Aprol Umbria, Giulio Mannelli – considerando che il clima di una primavera estrema e di questa difficile estate minaccia l’intera produzione regionale, con conseguenze gravi sulle piante e sui frutti che potrebbero portare a raccogliere oltre il 50% di olive in meno rispetto ad un’annata standard».

Coldiretti, quindi, lancia un appello per supportare un settore centrale per l’intera economia regionale, che «dopo aver serrato i ranghi nella fase pandemica e a seguito della guerra in Ucraina, rischia di essere compromesso definitivamente da una stagione drammatica a livello produttivo che deve far riflettere ancor di più sul lavoro e sulle scelte da portare avanti nelle prossime campagne».

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