M.L.S.
TERNI – Non si ferma l’ondata di sostegno dei ternani per l’ospedale Santa Maria.
Una nuova donazione è stata effettuata al reparto di Oncologia diretto da Sergio Bracarda.
Protagonista le famiglie Palombi Rossana Mara e Timpani Gino che hanno donato un lettino elettrico a 3 corpi con schienale e appoggia gambe regolabili.
Luigia Baggetta, personal trainer è stata l’organizzatrice dell’iniziativa di donazione. Presenti tutti i suoi allievi e in particolar modo le dottoresse Roberta Triola e Maria Tagliavento come rappresentanti dello staff medico, Filippo Corneli e Lorenzo Valentini come rappresentanti di tutti gli sponsor in aiuto alla donazione di 2 poltrone e 6 televisori per le stanze di degenza oncologica.
Presente Fausti Leonardo, responsabile donazioni Azienda ospedaliera di Terni, il dottor Bracarda, direttore dipartimento Oncologia, la coordinatrice infermieristica Cristina Proietti, e la dottoressa Silvia Sabatini.
Tra i donatori anche Federica Frasinetti, nota per un libro scritto in tempo di Covid, ‘Diario di un amore inaspettato’, che racconta quanto vissuto da una famiglia alle prese con Covid.
Il libro racconta tutta l’esperienza vissuta e il rapporto con i medici dell’ospedale.
Un rapporto ottimo e mai dimenticato che ora si concreta in una donazione a Oncologia: «Abbiamo donato dei tavolini servitori – spiega Federica – a seguito del decesso di mia madre Rosella Taglieri».
Il primario Sergio Bracarda: «Il reparto di Oncologia del Santa Maria – afferma – è di livello internazionale, abbiamo in corso uno stage di formazione nazionale anche in questi giorni. La nostra è una struttura di alto livello anche grazie a una visione strategica e a un rispetto dei pazienti e dei familiari con una presa in carico che combina umanità, professionalità, qualità e garanzia di cura al massimo possibile. Siamo grati a chi fa donazioni, ci garantiscono di tamponare alcune situazioni di criticità come per le persone anziane che hanno difficoltà a muoversi, ma sono stati donati anche dei televisori, così da dimostrare a chi entra nel reparto che non forniamo servizi asettici, cerchiamo di evitare traumi e creare un clima di familiarità».
