R.P.
PIETRALUNGA (Perugia) – Un presidio di legalità nel cuore dell’Alta Umbria. Una azienda agricola e ostello vedono la luce grazie ai beni confiscati alla ‘ndrangheta. I 90 ettari di terreni sequestrati nel 2008 al clan De Stefano vanno a “Libera” e alla cooperativa “Pane&Olio”.
Il taglio del nastro di questo importante simbolo di lotto alla criminalità organizzata, si è svolto a Pietralunga. Presenti il sindaco Mirco Ceci, il vescovo diocesano Luciano Paolucci Bedini, il presidente dell’osservatorio regionale antimafia Walter Cardinali, il consigliere regionale e presidente della commissione antimafia dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Eugenio Rondini consigliere regionale e presidente della commissione antimafia della Regione dell’Umbria, la consigliera provinciale Erika Borghesi e numerosi rappresentanti delle forze dell’ordine del territorio.

Esulta il sindaco Ceci: «Finalmente ci siamo riusciti. Si chiude una vicenda cominciata nel 2006 con il sequestro dei beni del clan della famiglia calabrese De Stefano, che nei primi anni del 2000 decise di comprare un’azienda agricola, uno stabile diroccato e circa 90 ettari di terreno coltivabile a pochi chilometri da Pitralunga, oggi l’amministrazione comunale restituisce alla comunità questi beni aggiungendo la gestione dell’antico convento di Sant’Agostino, nel centro della cittadina».
Ha continuato il primo cittadino: «Consegniamo alla cooperativa Pane&Olio l’ostello. C’è ancora da fare, ma sono stati messi a norma gli impianti elettrico e sanitario, i vani, i bagni, abbiamo ora un ostello quasi pronto ad accogliere ospiti in camere con bagni privati. Purtroppo nel momento che viene restituito il bene alla comunità pubblica si è deperito, questo è il problema principale da affrontato con una legge. Serve un fondo per la manutenzione dei beni sequestrati».
La Provincia di Perugia, ha affermato la consigliera Borghesi, si è sempre impegnata «a diffondere la cultura della legalità – ha detto Borghesi – con iniziative e progetti in collaborazioni con istituzioni e associazioni, nella convinzione che sia importante coinvolgere le scuole in un instancabile percorso educativo. Voglio ringraziare e sottolineare il ruolo di “Libera” che lavora da sempre per la liberazione dalle mafie. Consegnare questi beni, vuol dire raccontare l’impegno dello Stato nella lotta alle mafie a favore del riscatto della società civile».
I rappresentanti delle forze dell’ordine hanno ricordato come «una della caratteristiche della ndrangheta è quella di invadere i territorio lontani da quello d’origine. Il sequestro dei bene, previsto dalla legge 109/96, è importantissimo perché rompe i progetti di queste famiglie ed è il coronamento del nostro lavoro».


