m.brun.
PERUGIA – Alla fine il cambio c’è stato: il Perugia chiude l’esperienza Santopadre. Le cordate locali si sono arrese di fronte a quello che ritenevano un impegno troppo gravoso per una società di serie C e sono arrivati romani: romano è lo studio che ha concluso l’affare, che fa capo a Benigni e molto romana è la storia di quello che dovrebbe essere il vero traghettatore dell’operazione, Claudio Tanzi, un passato da dirigente dell’Ascoli, prima al Sora , e comunque sempre in rapporto con lo studio Benigni.
Sarà Tanzi – dicono – a tenere i primi rapporti soprattutto con i calciatori, che in questo momento sono alla finestra e attendono di sapere il loro futuro, tra chi ha il contratto e chi lo deve rinnovare, sperando di avere indicazioni concrete sui progetti futuri della società.
Intanto resta il primo nodo da sciogliere: la permanenza o meno in B del club perugino. Come segnalato da Umbria7, speranze obiettive ci sono, probabilmente però tutte legate a un allargamento del numero delle squadre partecipanti (21 o addirittura 22).
Ma la giustizia sportiva funziona con un modo suo ed è difficile fare previsioni, anche se in tanti fanno presente che è stato violato un termine «perentorio» e non è così facile far finta di nulla.
Se i soci del nuovo Perugia (forse non più di un paio, qualcuno dice con interessi nell’import-export di prodotti petroliferi ma potrebbe essere solo una voce senza fondamento) arrivano da fuori, da fuori potrebbe anche arrivare – dopo il naufragio del progetto fatto in casa – il progetto per lo stadio nuovo.
Ci sarebbe un fondo americano interessato a mettere nero su bianco alcune proposte. Si tratta tecnicamente della riproposizione della proposta, da quel che si capisce.
Ma una riconsiderazione sicuramente necessaria, dopo che il progetto fatto in casa è stato fragorosamente bocciato dai tecnici. Si attendono con interesse sviluppi.


