A. P.
TERNI – Nella città infuocata l’amministrazione comunale pensa a fiori e luminarie. Terni come New York. Più bella di Dubai. Con più fiori che a Sanremo. Il sindaco Bandecchi lo ha detto e ridetto che la sua visione di città è turistica e che il suo sviluppo passa da lì. A parte le grandi opere – sta per rifiorire il Verdi, anche se non avrà un palco grande quanto l’Ariston – lancia la rosa di San Valentino. Quando presenta su Instagram l’aiuola con il tutor annuncia anche l’arrivo di fiori ternani. «Vogliamo abbellire questa città, la città di San Valentino – dichiara – ma anche i suoi borghi intorno. Si festeggeranno i patroni di ogni borgo e avremo 40 settimane di eventi l’anno. E un anno, ricordo, ne ha 52 di settimane». Quel video fa scattare la corsa dei ternani ad aprire le vecchie case dei nonni e a guardarle con occhi nuovi: con Bandecchi sindaco diventeremo imprenditori dell’alberghiero. «Chi ha una casetta anche da ristrutturare e ha bisogno di una pitturata, ci pensiamo noi – nel video – i progetti saranno aiutati». Autorizzazioni veloci e fiori. Negozi (almeno 40 in ogni borgo) e fiori. Eventi e fiori. I fiori, a Terni, abbelliranno anche i lampioni. Il vice sindaco Corridore ruba la scena a Bandecchi e su Instagram pubblica l’immagine della nuova illuminazione pubblica. Lampioni come aiuole, anche quelli con il tutor. Sulle note di “Grazie dei fiori bis” brano musicale di Renzo Arbore e Nino Frassica, Corridore fa sapere che a breve 600 lampioni della città avranno un decoro floreale: «Duecento saranno sponsorizzati dalla Università Niccolò Cusano». Poi l’invito: «Chiunque voglia adottare un lampione ci contatti».



