TERNI – La tensione resta alta alla Sangemini. Le organizzazioni sindacali e le Rsu continuano a manifestare forte preoccupazione per la mancanza di un piano commerciale e un piano vendite strategico, in grado di riposizionare i marchi umbri delle acque minerali (Sangemini, Grazia, Amerino, Fabia, Aura). Fai, Flai e Uil ribadiscono che i siti di San Gemini e Acquasparta meritano un piano di sviluppo che dia prospettive future e occupazionali: «Crediamo che sia necessario ripercorrere un percorso istituzionale di monitoraggio».
Dopo l’incontro con i sindaci del territorio, Rsu di stabilimento e segreterie regionali hanno incontrato, il 6 luglio, l’assessore allo sviluppo economico, Michele Fioroni. Nell’incontro le rappresentanze sindacali hanno chiesto di individuare ogni strumento possibile per poter supportare, nei confini e nei limiti delle norme vigenti, il percorso di rilancio del sito, anche nella sua parte materiale, relativa al miglioramento strutturale e all’efficientamento energetico. «C’è disponibilità a discutere di un percorso costruttivo – hanno detto i sindacati – a patto che il tutto sia inquadrato in una cornice complessiva dalla quale emergano chiaramente i tratti della futura Sangemini: un piano industriale, un piano commerciale e vendite, nel quale siano comprese anche le risorse economiche per gestire tutti gli aspetti che tale piano potrà interessare». L’assessore ha dato massima disponibilità ad intraprendere un percorso di supporto in tal senso, secondo le competenze proprie di una amministrazione pubblica. «Rilanciare Sangemini significa cominciare a rilanciare un territorio, come quello ternano, sempre più cenerentola dell’Umbria e del Paese. Pertanto servono risposte concrete» – concludono i sindacati.


