m.brun.
TERNI – Andiamo subito al dunque: il Palasport di Terni (indipendentemente da chi lo gestirà e che il Signore ci aiuti) ha costi di gestione alti, oltre a essere stato realizzato tra molte difficoltà e con una spesa mica da poco.
Conclusione, prima delle argomentazioni: è il classico caso di un impianto che per mole, impegno economico profuso e vocazione deve essere destinato agli eventi. Eventi di ogni genere, naturalmente. Quelli sportivi in primis, ma anche i concerti e manifestazioni di livello.
Perché è così importante metterlo subito in chiaro?
Perché con l’avvicinarsi di settembre inizia la sequela delle (legittime, per carità) richieste delle piccole e medie società sportive che pensano al nuovo Palasport come un palazzetto “Di Vittorio”, ma più in grande. Con occasioni per tutti.
Sarebbe davvero uno spreco, pensare di lasciare un investimento di questo genere in balia di piccoli e piccolissimi impieghi.
Tutti hanno uguale dignità e ci mancherebbe. Ma ci sono vocazioni diverse a secondo dell’impianto.
Spendere tanti soldi per aprirlo e farlo funzionare può essere giustificato solo dal fatto che l’impiego è del livello giusto. Un evento vero, per l’appunto.
Il Palasport di Terni, che è una struttura di gran rilievo, come è stato pensato prima e realizzato poi, semmai deve avere un problema opposto rispetto a quello di far fronte a decine e decine di micro richieste: deve diventare – perché ha tutti i numeri giusti – un punto di riferimento regionale e perfino interregionale. Un impianto a disposizione degli eventi dell’intero Centro Italia. Ma che siano eventi.






