PERUGIA – La calura insopportabile? Il caldo che non finisce mai? Non lasciatevi vincere dallo spleen della grande estate. Ecco cinque piatti da non perdere, capaci di svoltare le vostre serate sulle colline intorno a Perugia.
1.La torta al testo de “Lo scoiattolo” a Cima Tuoro. Non è solo un piacere arrampicarsi sulla collina, tenendo di lato alla strada la vista del Trasimeno, prima di essere vinti nella terrazza de “Lo Scoiattolo” dalla suggestione dei tramonti più esclusivi d’Italia (competitivi con Zanzibar). Il piacere inizia, come un antico rito, dal profumo che sale alto dell’acqua e la farina sulla brace. Poi la torta vera (altro che focaccia, pizza o diavoleria di nome acquisito). Sceglietela con dentro erba e salsiccia. Se l’erba è amara e di campo avete fatto centro. Indimenticabile.
2.Il tagliere di salumi di Valter, a Solomeo. Ci arrivi tagliando per Solomeo, la capitale del Cucinellishire. Lui ha un sorriso che è una garanzia, perugino doc ma “slang del lago”, una sola V nel nome, già questo abbastanza per rendervelo amico. Fatevi portare il tagliere sotto le stelle, sulla terrazza che tocca querce e cielo. Non pensate al prosciutto, inseguite i salami, il lombetto, la mortadella da competizione, la coppa che è l’inno al maiale delle campagne umbre. E se proprio volete esagerare convincetelo a far arrivare la coratella, ma solo non se avete come commensali le giovani generazioni traviate da finto sushi e avocado pret-a-porter.
3.La panzanella di Assù, piazza Silvestri, a Bevagna. Se ancora il pomodoro ha un sapore e il pane è il re degli alimenti. Se l’olio non è il comprimario, ma il protagonista assoluto. Tornate qui a mangiare come storia, natura e tradizione comanda. Chiudete gli occhi e sognate: tutto è fresco nell’equilibrio perfetto che si raggiunge solo con la semplicità. Niente da aggiungere, niente da togliere. L’assoluto.
4.Il piccione in tre cotture dell’Osteria del Posto di Chiugiana. Ci sono paesi umbri che non hanno pagine dedicate nelle guide turistiche, ma scorci straordinari: eccovi Chiugiana. Dal piccolo, rustico dehors davanti alla saletta di pietra dell’Osteria del Posto si vede la valle perugina e un angolo di una pieve che val la pena guardare, sotto non troppa luce, quando si fa sera. Poi sedete e aspettate il petto, la coscetta, il fegatino. Con la cura delle nonne, ma la grazia una scuola di cucina più toscana che umbra. Il morso della calura del giorno appena passato vi sarà più lieve.
5.I chitarrini del Trasimeno della Trattoria del Pescatore, a Passignano. La piazzetta di Passignano sul Trasimeno è uno scrigno. Vedo e non vedo le acque del lago che sta lì a un passo. Non è collina? E vabbè. Per i chitarrini fatti in casa si può fare un’eccezione. E adesso che tutti scoprono le qualità dietetiche e le vette di gusto del pesce di lago cucinato come Dio comanda, fatevi accompagnare nel viaggio, cullato da lievi onde, del ragout bianco tra persico, carpa e tinca. Non si avvicinino i consumatori abituali di spigole di allevamento greco.


