di Cristiana Mapelli
PERUGIA – Quell’opera a Perugia, capolavoro di ingegneria idraulica del Duecento, in totale stato di abbandono e le cui sorti, come sempre più spesso accade, potrebbero essere invertite grazie all’impegno dei cittadini. Sono gli arconi dell’acquedotto medievale che, al tempo del loro funzionamento, contribuirono ad un piccolo miracolo: portare l’acqua in salita. Ovvero dalle sorgenti di monte Pacciano alla Fontana Maggiore in piazza IV Novembre. Tant’è che la fontana e i suoi condotti in Italia erano sulla bocca di tutti, quando nel 1280 l’acqua zampillò per prima volta in centro a Perugia.
Ma se l’attenzione da sempre è concentrata sull’imponente fontana in piazza IV Novembre, l’acquedotto medievale è stato, forse ingiustamente, considerato il parente povero del monumento in centro. Basta uno sguardo alle foto che ritraggono le tre arcate di Ponte d’Oddi per rendersi conto della situazione: un progressivo degrado che ha coinvolto anche i sentieri che conducono tra il vecchio e il nuovo conservone di monte Pacciano, ricoperti di arbusti e impraticabili, con parapetti finiti a terra e abbandonati.
Una storia che il circolo di Ponte d’Oddi, nato ottant’anni fa, si è impegnato da tempo a divulgare, con l’obiettivo di salvaguardare il territorio e promuovere la conservazione dei beni architettonici che si trovano nella zona. Incontri, dibattiti, mostre fotografiche (come quella curata dal professor Aldo Frittelli che il circolo ospita in questi giorni), ma anche, come accaduto qualche giorno fa, con delle passeggiate per far conoscere da vicino il vecchio acquedotto di Ponte d’Oddi e San Marco. «Un incontro partecipatissimo – come ha raccontato Cesare Barbanera – che ha visto la presenza di un centinaio di persone, quasi tutti perugini, che hanno potuto vedere da vicino il pessimo stato di conservazione degli arconi e dei sentieri. Non nascondo che abbiano mostrato stupore davanti al mancato intervento a riguardo, negli anni, delle istituzioni».
Così, durante la passeggiata e davanti al reale stato di abbandono del bene, è venuto fuori l’idea di dare il via ad una sottoscrizione da parte dei cittadini per reperire fondi necessari per la loro ripulitura e del sentiero sottostante. Per questo progetto, secondo una prima stima, potrebbero bastare circa 10mila euro». Forse una nuova opportunità per salvare il salvabile e dare un po’ di dignità a quella parte di storia che ha visto Perugia essere una grande protagonista.


