Esselunga, la pesca della discordia e i genitori separati: «Polemica assurda, spot intelligente»

Dall’Umbria il commento controcorrente dell’associazione, Valentini: «Pubblicità coinvolgente per chi constata o sperimenta i danni provocati da una perenne e assurda conflittualità» | IL VIDEO

PERUGIA – È la pubblicità del momento, argomento tra i trend topic dal giorno della prima messa in onda, tra chi lo trova offensivo, chi lo accusa di colpevolizzare i genitori separati, chi – come il premier Giorgia Meloni – lo apprezza e lo ha trovato invece toccante, ma anche chi sottolinea accenti sbagliati

È la pubblicità dell’Esselunga e della pesca che una bimba regala al papà che la viene a prendere dicendogli sia un regalo della mamma. E proprio dall’Umbria, dall’Associazione genitori separati e dal suo presidente Ubaldo Valentini arriva il commento che non ti aspetti (o forse sì). «Una bambina, una madre, un padre e una pesca per sottolineare che la cattiva gestione della genitorialità nelle separazioni può essere superata con un gesto semplice, non intellettuale, come il dono di una pesca tra i due genitori separati attraverso la mediazione della figlia – dice Valentini -. Assurda la polemica ad arte montata attorno a questo spot pubblicitario intelligente e coinvolgente per chi constata o sperimenta i danni provocati da una perenne e assurda conflittualità tra genitori non più conviventi alimentata da interessi che nulla hanno a che vedere con la bigenitorialità e la cogenitorialità che sono punti fermi nella crescita dei nostri figli per garantire loro serenità ed equilibrio psico-fisico».
In un lungo e ragionato comunicato, Valentini sostiene come «il messaggio pubblicitario di Esselunga non piace a chi non è abituato a riflettere sui disagi provocati nei figli dalla conflittualità genitoriale e, di conseguenza, non accetta che vengano proposti alla nostra riflessione in modo diretto, seppur delicato, coinvolgente e, diciamolo pure, provocatorio. Si evidenzia la difficile situazione dei minori coinvolti nelle separazioni dei genitori, indicando, però, la soluzione: la pesca dell’amore filiale per superare le barriere psicologiche da troppe istituzioni innalzate contro quei minori che dovrebbero difendere. Costoro, forse, rigettano lo spot pubblicitario perché vorrebbero messaggi esistenziali meno chiari e meno propositivi e una pubblicità formale, quasi sempre vuota».

«La nostra associazione genitori separati per la tutela dei minori – insiste il presidente – da ventisei anni, andando controcorrente, propone, in nome dei figli, non il ricongiungimento dei genitori ma il contenimento della conflittualità con rapporti civili perché la genitorialità va oltre la convivenza che non c’è più e che, abitualmente, non può essere riproposta. Tema questo sulla bocca di tutti ma poi dimenticata da chi gestisce il potere, compreso quello politico. Le risposte al diffuso disagio minorile vanno date in modo chiaro e senza il solito giro di parole per non modificare le cose.
Si è detto che una bambina non può farsi carico della conflittualità genitoriale, facendo intendere che certe problematiche trovano soluzione in altre sedi. È vero, ma la bambina porta una pesca come messaggio di amore filiale verso ambedue i genitori. La pesca è simbolo di una esigenza di collaborazione tra i genitori non più conviventi perché l’amore di coppia può terminare ed è assurdo volerlo imporre nuovamente mentre la genitorialità dura tutta la vita. Questo il senso del delicato e coinvolgente messaggio dello spot pubblicitario».

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