El. Cec.
ORVIETO (Terni) – Antonio Cronacchia, ex generale dei carabinieri fa un’affermazione a sorpresa e scottante: «I servizi segreti hanno tenuto per lungo tempo un dossier su Pier Paolo Pasolini, la cui figura e le cui relazioni erano collegate ai livelli più importanti dell’Italia dell’epoca, in ambienti disparati dall’economia, alla politica». La rivelazione durante l’incontro a Orvieto organizzato dal club Amici della Stampa, insieme ad Unitre, con l’avvocato Stefano Maccioni, il quale si sta battendo in sede legale affinché venga riaperto il caso sull’omicidio di Pasolini.
Durante la presentazione del libro di Maccioni “Pasolini un caso mai chiuso”, la studiosa di Pasolini, Rosella Lisoni ha intervistato il penalista e in quel contesto, il generale Cornacchia ha affermato:«Credo che sia difficile giungere ad una verità per via giudiziaria sul caso Pasolini che può essere compreso a pieno solo inserendolo nel clima politico degli anni Settanta». Cornacchia alias Airone 1, è stato forse il poliziotto italiano più famoso della seconda metà degli anni Settanta: fu lui ad arrestare Renato Vallanzasca e ad aprire per primo il bagagliaio di una Renault 4 in via Caetani, trovando il corpo di Aldo Moro o a scoprire i covi dell Br e dell’Anonima Sarda.
Stefano Maccioni ha ricostruio con dovizia dei particolari i tanti misteri legati al massacro del grande intellettuale, anche mostrando sullo schermo della sala comunale dove si è svolto l’incontro immagini dei reperti raccolti dagli inquirenti sul luogo del delitto.
Il delitto Pasolini è uno dei grandi misteri della storia italiana perchè molto probabilmente collegato ad altre trame oscure che attendono ancora di essere svelate dalle inchieste giudiziarie. Per l’omicidio venne condannato, come è noto, Pino Pelosi, ma il sospetto che ci fossero altre persone sul luogo del delitto è sempre stato fortissimo e lo stesso Pelosi, ospite di una trasmissione televisiva nel 2005, dichiarò che c’erano altre persone e che lui era stato solo un semplice spettatore di quel massacro. Il fatto del resto che il delitto lo abbiano commesso altre persone era emerso in maniera evidente fin dal primo momento come aveva sostenuto lo stesso tribunale di Roma e come l’avvocato riporta nelle primissime pagine del suo libro.
L’avvocato Maccioni, insieme con il regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti, ha chiesto la riapertura del caso perchè è stato adesso dimostrato che sul luogo del delitto c’erano altre tre persone come dimostrano i dna rivenuti dai Ris ed alcune fotografie.
La riapertura del caso Pasolini era già avvenuta nel 2010 su richiesta dell’allora ministro di Grazie e giustizia Alfano dopo le dichiarazioni del senatore Marcello dell’Utri il quale aveva dichiarato di aver scoperto una delle parti mancanti del romanzo incompiuto di Pasolini “Petrolio” che mettevano in relazione l’altra morte misteriose del presidente dell’Eni Enrico Mattei con sospette responsabilità da parte del suo successore Eugenio Cefis. Far tacere una voce scomoda che aveva molto da dire sugli intrecci tra politica, affari, malavita organizzata, facendo passare quella morte come un episodio legato ad una storia sessuale. Questa la chiave di lettura del caso Pasolini.







