di Cristiana Mapelli
PERUGIA – A Fontivegge esercito sì, esercito no. O meglio, diversi modi di accogliere l’approvazione di un atto a palazzo dei Priori, sul tema sicurezza. Tutto ha inizio lunedì quando, durante il consiglio comunale quando, davanti all’approvazione della richiesta della riattivazione della presenza dei militari in città nell’ambito del progetto Strade Sicure. Ovvero il pattugliamento da parte dell’esercito a supporto dell’azione di contrasto delle forze dell’ordine, come richiesto in un ordine del giorno proposto dal capogruppo della Lega Mattioni. Il sì è arrivato da parte della maggioranza e da Italia Viva, con la consigliera comunale Emanuela Mori, mentre le forze di opposizione (M5S, Pd e Ipp) a palazzo dei Priori non hanno preso parte alla discussione e alla votazione.
Il rischio è sempre quello di far saltare il numero legale in aula. Come spesso accade, telefonate e messaggini partiti dagli scranni della maggioranza, richiamano all’ordine i consiglieri comunali (ma anche il sindaco Romizi) nell’aula d’assise e, alla fine, votato l’approvazione dell’atto per la sicurezza cittadina.
Approvazione che, però, ha sottolineato la diversità di approccio della politica su questo tema. «Ci sono momenti – hanno detto dalla maggioranza appena dopo il voto in aula – in cui non si può essere assenti, non certo quando si discute della libertà di vivere le vie e piazze pubbliche per i nostri concittadini». La risposta, quella della minoranza non è tardata ad arrivare, sottolineando come chi governa «in tanti anni non è stata in grado di risolvere i problemi del quartiere attraverso una politica che non sia unicamente l’intervento dell’esercito». Al centro della contestazione del metodo, come sottolineato, c’è «l’accontentarsi di essere soddisfatta perché in una zona critica della città ha semplicemente alzato il livello di controllo». E poi l’attacco: «Grave l’atteggiamento tenuto dalla presidenza (del consiglio comunale) che anziché constatare l’assenza del numero legale e chiudere il Consiglio, ha fatto proseguire la discussione, richiamando addirittura il sindaco, mai presente in aula negli ultimi 10 anni, solo per avere i numeri. Due pesi e due misure utilizzate dalla presidenza tra la maggioranza e la minoranza in aula. Davvero grave».
La questione sicurezza che, però, divide. Perchè come da tempo sottolineano e invocano anche i residenti, i commercianti e le associazioni del quartiere, bene il presidio delle forze dell’ordine, ma il rilancio cittadino di un quartiere in sofferenza da così tanto tempo, deve avere utto un altro sapore. Oltre alle opere edilizie e all’esercito in bella vista, servirebbero politiche di inclusione e ben altre misure di rigenerazione urbana, come è stato detto durante Fontivegge & friends in piazza del Bacio, le feste di quartiere del Comune, da chi questa parte della città la vive quotidianamente. Come a dire che i militari sono temporanei, per un breve periodo, ma Fontivegge e il quartiere tutto necessita di stabilizzare la situazione nel tempo.


