Il ministro Musumeci in Umbria: «Non esiste il rischio zero. Ogni cittadino deve sentirsi volontario della protezione civile»

Lo ha detto a Umbriafiere a margine del primo raduno interregionale della Prociv

R.P.

BASTIA UMBRA (Perugia) – Un nuovo modo di pensare la protezione civile e di approcciarsi alle emergenze. E’ quanto auspicato dal ministro alla Prociv e alle politiche del mare, Nello Musumeci, a Umbriafiere dove ha partecipare al convegno “Il volontariato, una risorsa organizzata”. L’incontro è stato organizzato a conclusione del primo raduno interregionale di Protezione civile, svoltosi venerdì 27 ottobre a Foligno, e cha visto la presenza di circa cento volontari provenienti da Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Toscana e Molise.

Ad accogliere il ministro Musumeci – accompagnato dal capo dipartimento della Prociv nazionale, Fabrizio Curcio – sono stati la presidente della Regione, Donatella Tesei, l’assessore regionale Enrico Melasecche, il dirigente della protezione civile regionale Stefano Nodessi Proietti, il senatore Franco Zaffini e il sindaco di Bastia Umbra, Paola Lungarotti.

Davanti alla numerosa platea, Musumeci ha affermato che «serve ormai un diverso approccio alla formazione del volontariato di protezione civile. Le nuove sfide che siamo chiamati ad affrontare e le crisi emergenziali internazionali impongono alle istituzioni, in qualità e quantità, di dedicare maggiore impegno alla formazione dei volontari, decine di migliaia di donne e uomini che in Italia dedicano tempo ed energia, con spirito di solidarietà».

Il ministro ha quindi esortato i volontari a essere «gelosi della vostra autonomia  e neutralizzate ogni tentativo di contaminazione della vostra essenza. Siamo la migliore protezione civile in Europa quando interveniamo per le emergenze ma dobbiamo accelerare sul fronte della prevenzione».

Per Musumeci «ogni cittadino deve potersi sentire volontario di protezione civile. Non esiste il rischio zero, ma una buona politica di prevenzione e una efficiente politica di ricostruzione con al centro l’attività di emergenza ci consentono davvero di gestire meglio le risorse e di evitare di piangere perdite umane».

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