Ognissanti, la crisi frena l’acquisto di fiori e lumini

Per il caro estinto meno crisantemi e più preghiere

TERNI  – Il ponte di Ognissanti è iniziato. In tutti e 16 i cimiteri di Terni le tombe brillano, lucidate a nuovo per  la “Festa dei morti”, ma nei vasi ci sono pochissimi fiori freschi. La crisi ha raddoppiato il costo di tutto e le famiglie hanno una diminuita capacità di spesa, perciò non ce la fanno ad assicurare un crisantemo per tutti i defunti a cui vanno a far visita.

I prezzi dei mazzetti recisi (cinque rami di margheritine) sono aumentati solo del 20 per cento rispetto al 2022, passando da 3 a 4 euro. Anche le rose sono ancora abbordabili: 10 euro per 12. Poi ci sono anche quelle da 3, 5, o 7 euro ognuna, se si sale di qualità. I banchi però vendono molto meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Infatti, nei vasi, compare solo un anturium, pochissimi crisantemi (che si acquistano anche a 3 euro, fino a 5 quelli più belli), quasi nessun “lumino”.  La candela rossa sì che è aumentata, del 50 per cento. E siccome per il ponte di Ognissanti anche chi non è un frequentatore assiduo dei cimiteri è solito portare un fiore ad un parente scomparso, un amico, un nonno, magari acquista un mazzetto e lo divide pur di lasciare sulla tomba di ciascuno qualcosa di fresco. Ecco, le famiglie non si possono concedere grosse spese ma preferiscono i fiori ai lumini votivi. Attente alle offerte nei supermercati e nei mercati settimanali, abbinano la preghiera ad un crisantemino.

«A Terni, per fortuna non ci sono stati grossi aumenti – dichiara Mauro Fortini, presidente Fiva Confcommercio – non almeno rispetto a qualche mese fa. Se si fa il paragone con novembre 2022, invece un lieve ritocco dei prezzi si riscontra. Questo perché le temperature sono state tali da far sbocciare tutte le coltivazioni locali. Differente invece il mercato estero. Se si va sui fiori di importazione allora gli aumenti si notano eccome. Diciamo che in quel caso è tutto raddoppiato».

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